‼️CAPITALOCENE contro ANTROPOCENE‼️
La cultura oggi dominante propone il concetto di “antropocene” per interpretare la causa del riscaldamento globale.
Al concetto di “antropocene” ci permettiamo di contrapporre il concetto di “capitalocene”, il cui esempio più semplice è lo strapotere di 26 miliardari che hanno la ricchezza di 3,8 miliardi di persone sulla Terra.
Cosa si intende per “Antropocene”?
Con questo termine viene designata l’epoca geologica attuale, in cui l’ambiente terrestre viene condizionato su scala sia locale sia globale dall’azione – a questo punto decisiva – dell’uomo, con particolare riferimento all’aumento dei gas serra che provocano il catastrofico riscaldamento globale. La concentrazione di CO2 in atmosfera sta rapidamente crescendo verso i livelli di 50 milioni di anni fa, un clima che l’umanità non ha mai affrontato. La Terra era una fornace e di umanità neanche l’ombra.
Il passaggio centrale su cui è evidentemente indispensabile interrogarsi è “l’azione dell’uomo”.
Il concetto di antropocene pone al centro della responsabilità un uomo del tutto astratto che non coglie le società storiche, i rapporti sociali, il modo di produzione globalmente dominante e la sua cultura. In una parola lo sviluppo per come viene definito nel capitalismo.
In questo modo di produzione gli uomini non sono tutti uguali: pochissimi uomini ricchi e sempre più uomini poveri, ci sono i paesi poveri e paesi ricchi, i continenti poveri, i continenti ricchi.
Il “capitalocene” è l’epoca storica del dominio dei rapporti sociali che privilegiano e spacciano come naturale l’infinita avidità di profitti, l’accumulazione del capitale attraverso lo sfruttamento degli uomini e delle risorse del pianeta, nell’ indifferenza più ottusa alle conseguenze sulla società e sulla natura.
Il “capitalocene” è anche l’epoca del sogno autodistruttivo da parte di larghe fasce di umanità dello stile di vita dei miliardari, dei loro jet privati, i loro panfili, i loro consumi. Consumi più che sontuosi perciò catastrofici per il riscaldamento globale.
Noi lavoriamo perché questo sogno idiota venga considerato per quello che è: idiozia autodistruttiva.
Se non mettiamo in questione in una prospettiva effettivamente critica questi rapporti economico-sociali-culturali fino alle singolarità di ciascuno di noi, non ci può essere una presa di coscienza capace di contro-progettare una salvezza opponedola alla distruzione delle condizioni di sopravvivenza dell’umanità sull’unico pianeta a cui apparteniamo e che a questo punto è nostra responsabilità salvaguardare per salvaguardare la stessa specie.
Distillare una soluzione è difficilissimo ma non possiamo evitare di affrontare le terribili difficoltà di una redifinizione.
Qualsiasi destino abbia avuto la battaglia per un’ umanità nuova, l’umanità nuova oggi è più che mai indispensabile.
Un’ umanità capace di praticare scelte difficili, in grado di immaginare un futuro salvifico per la specie umana, degno, più giusto e bello per tutti, un’umanità che non se ne fotte del futuro, dei bambini, e oscuramente pensa: “godiamocela adesso, se la vedranno loro.”
Noi non diremo mai, come impazziti Re Soli, “dopo di noi il diluvio”, “dopo di noi chi se ne fotte”.
Qualsiasi correzione o suggerimento che aiuti, allarghi e semplifichi la comprensione è benvenuto.
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Siamo già ad un punto critico, mi ricorda per molti versi l’origine della I guerra mondiale… Non ho paura di morire, ma sarebbe una seccatura, e se è a causa di alcuni umani senza scrupoli, mi fa proprio incazzare…