L’individuo moderno è lacerato, incrinato, senza per questo essere condannato all’impotenza: lui fa di questa lacerazione una fonte d’ispirazione, la passione del suo proprio agire.
L’esperienza di questa scissione è sia tragica (senso della finitudine) che produttiva (perché chiede e spinge alla ricerca di senso).
L’individualismo postmoderno trasforma questa scissione in un elementare mettere accanto l’una all’altra esperienze frammentate e contingenti, isolate, private di dimensione storica, come le immagini dei video-clip.
Tanto per cominciare,
per noi moderno contro postmoderno.
Sancho Panza ci ha scritto il 29 dicembre 2020:
Vi ringrazio particolarmente per questo scritto, che riesce a cogliere con sguardo sintetico ma lucido la difficile quotidianità di questi tempi, fatta di esperienze e relazioni frammentate, che faticano a trovare senso e a fare di ogni incontro un verso da inserire nella poesia di una storia.
Nella tragedia di una tale solitudine, mi sembra che possa essere utile l’opposizione del moderno al postmoderno: da quanto avete detto, mi viene voglia di tornare a leggere qualche romanzo moderno, alla ricerca di esempi letterari da cui poter imparare qualcosa.