BRINDISI, 7 MARZO 1991
UN ESEMPIO DA NON DIMENTICARE
NOI LO RICORDIAMO
Car@ amic@,
il 7 marzo 1991 ventimila (chi dice 25.000, chi dice 27.000) cittadini albanesi in fuga sbarcarono a Brindisi. Ad accoglierli c’era una città povera e in crisi, uno stato assente e cinico.
Poteva succedere di tutto e invece…
Nel 1991 avevo 7 anni e ricordo che per almeno una settimana (forse più) non andammo a scuola, perché scuole, tante chiese, palestre e tutti gli spazi disponibili, aprirono le loro porte per cercare di accogliere, da un’ora all’altra, 20.000 persone. Tra questi luoghi si contavano anche le case dei brindisini che accolsero nel cuore della notte chi suonava al campanello di casa loro senza troppe remore, memori della loro storica povertà, con la coscienza che la solidarietà verso altri disgraziati e il codice del mare a cui ancora obbedivano erano imprescindibilmente guida delle loro esistenza. A Brindisi, all’epoca, vigeva il contrabbando di sigarette, tra le prime fonti di sostentamento economico di una città povera, inquinata e violenta.
Molte storie e relazioni solidali sono nate da quei giorni, molti albanesi decisero di restare a Brindisi, tanti altri continuarono la loro diaspora verso il nord Italia e l’Europa.
Pur avendo, allora, solo 7 anni, ricordo il gran movimento di quei giorni, tanta gente per strada, gli amici impegnati in prima linea. Ricordo la pioggia benedetta di vestiti e di cibo lasciati cadere dalle finestre tra le mani disperate e sporche di quel mare di esseri umani che tracimò dal porto e pervase la città, fino nei quartieri più periferici e più poveri: i più solidali.
Decisivo e di grande esempio fu il sindaco socialista 37enne di allora, Giuseppe Marchionna: “FACCIO QUESTO APPELLO A TUTTI I BRINDISINI: VI PREGO DI NON AVERE PAURA DELLE PERSONE CHE SONO SBARCATE A BRINDISI: HANNO SOLO FAME E FREDDO, SE POTETE AIUTARLI FATELO, VI SARANNO RICONOSCENTI. NON ABBIATE PAURA”, questa la frase che il sindaco fece passare ogni 15 minuti in radio e tv. Lo Stato volutamente scelse di intervenire solo 7 giorni dopo a dare il chiaro segnale a deterrenza di altri sbarchi. Se pensiamo a cosa succede oggi a chi fa reato di accoglienza, possiamo dire che ci andò anche bene.
Ricordo questo pezzo di storia con orgoglio, brividi e commozione, come un sogno ad occhi aperti.
In tempi come questi in cui prevalgono odio, violenza e cinismo quei ricordi mi infondono forza e speranza e il coraggio per riannodare, in un presente nichilista e individualista, i fili d una nuova e rinnovata maniera di vivere.
Seguo questo spazio e ringrazio chi quotidianamente si impegna e lo tiene vivo: una piccola grande luce che sostiene.
Viva la legge del mare e chi la pratica, viva la lotta e la solidarietà verso i dannati della terra e viva chi lotta per un altro mondo possibile!
Un forte abbraccio fetente di Laguna e profumato di amicizia claudicantemente lottante, ostrega!
Claudia-o
Grazia Claudia-o, abbiamo bisogno del tuo coraggio e il tuo generoso gesto per nutrire il nostro.
Riceviamo e pubblichiamo con gioia e un pizzico di orgoglio.
Che bella storia
Che sguardo
E non finisce qui….
Un grandissimo abbraccio
Frank Tre Dita e la compagnia cantante