MISSISSIPI GODDAM – NINA SIMONE, UNA DELLE NOSTRE, UNA DEI NOSTRI!

MISSISSIPI GODDAM – NINA SIMONE, UNA DELLE NOSTRE, UNA DEI NOSTRI!

Nina Simone scrisse questa canzone nel 1963, come reazione all’attentato razzista alla Sixteenth Street Baptist Church di Birmingham, in Alabama, dove trovarono la morte per mano dei suprematisti bianchi quattro ragazzine afroamericane.

TESTO TRADOTTO

QUELL’INFETTO SCHIFO DEL MISSISSIPPI

Questa canzone si chiama quell’infetto schifo del Mississippi
e, voglio dire, è un maledetto schifo in ogni sua parola

L’Alabama mi ha sconvolta
il Tennessee mi ha fatto perdere il sonno
e tutti sanno di quell’infetto schifo del Mississippi

L’Alabama mi ha sconvolta
il Tennessee mi ha fatto perdere il sonno
e tutti sanno di quell’infetto schifo del Mississippi

Lo vedi
lo senti
è tutto nell’aria
non ce la farò più a sopportare alla pressione
qualcuno dica una preghiera

L’Alabama mi ha sconvolta
il Tennessee mi ha fatto perdere il sonno
e tutti sanno di quell’infetto schifo del Mississippi

Questa è una canzone da show
ma il suo show ancora non lo hanno scritto

Cani sulle mie tracce
scolaretti in galera
un gatto nero mi attraversa la strada
penso che ogni giorno sarà il mio ultimo

Signore abbi pietà di questa mia terra
toccherà a tutti, a tempo debito
io non sono di queste parti
e non sono nemmeno di quelle
ho persino smesso di credere nella preghiera

Non ditemi,
vi dico,
non dite a me e alla mia gente di ciò che ci toccherà,
sono stata qui, e lo so,
continuano a dire: vacci piano!

Ma è proprio qui il problema
andarci piano
lavare le finestre
andarci piano
raccogliere il cotone
andarci piano
sei solo uno schifo
andarci piano
sei una pigra del cazzo
andarci piano
pensare è da pazzi
andarci piano
dove vado
cosa faccio
non lo so
non lo so

Cerca solo di fare del tuo meglio
resisti e sii considerata come tutti gli altri
perché tutti sanno di quell’infetto schifo del Mississippi

Ti ho dato a pensare che stavo scherzando, eh?

Picchettaggi
bambini sulle brande dell’ospedale da campo
e poi provano a dire che è un complotto comunista
tutto quel che voglio è uguaglianza
per la mia sorella, per il mio fratello, per la mia gente e per me

Sì, mi avete mentito per tutti questi anni
mi avete detto di lavarmi e pulirmi le orecchie
e di parlare garbatamente, proprio come una signora
e avete smesso di chiamarmi Sister Sadie

Sì, ma tutta questa nazione è piena di menzogne
e morirete tutti quanti, morirete come mosche
io non mi fido più di voi
di voi che continuate a dire Vacci piano!
Andarci piano!

Ma è proprio qui il problema,
andarci piano
eliminare la segregazione
andarci piano
partecipazione di massa
andarci piano
riunificazione
andarci piano
fare le cose per gradi
andarci piano
ma causare ancor più tragedie
andandoci piano
perché non lo vedete?
Perché non ve ne accorgete?
Non lo so
non lo so

Voi non dovete vivere vicino a me
e allora datemi solo la mia uguaglianza
Tutti sanno del Mississippi
tutti sanno dell’Alabama
tutti sanno di quell’infetto schifo del Mississippi

e questo è quanto!

One Comment

  1. A proposito di supremazia bianca.
    Storici autorevoli hanno visto nell’Ottocento il secolo in cui giunge a compimento l’«olocausto americano» (ovvero la «soluzione finale» della questione degli amerindi), e si consumano l’«olocausto australiano» e gli «olocausti tardovittoriani».
    Orrori che hanno investito non solo gli Stati Uniti (dove «la degradazione e l’annientamento degli indiani della California» diviene «una sorta di sport popolare» e il linciaggio sadico dei neri si configura come uno spettacolo di massa, regolarmente annunciato dalla stampa locale e seguito con appassionata partecipazione da una folla che comprende anche donne e bambini), ma anche l’Europa: il principale responsabile (sir Trevelyan) della politica inglese che a metà dell’Ottocento conduceva alla morte per inedia di diverse centinaia di migliaia di irlandesi è stato talvolta bollato come il «proto-Eichmann».
    L’Ottocento è stato definito come il secolo «più doloroso» della storia umana da Houston S. Chamberlain: dopo tutto, si tratta del «secolo delle colonie» e soprattutto del «secolo delle razze e Chamberlain, autore particolarmente caro a Hitler, ci rinvia immediatamente al Novecento con il programma coloniale e razziale del Terzo Reich, suggerendo così una continuità ignorata dal discorso corrente. Restano fermi i rapporti di scambio e di collaborazione, all’insegna del razzismo anti-nero e antiebraico, che già negli anni ’20 si stabiliscono tra il Ku Klux Klan e i circoli tedeschi di estrema destra. La white supremacy sfocia infine nel nazismo: questo rispetto al presente dovrebbe già dire molto.
    La White Supremacy ebbe grande influenza su svariate aggiunte alla Costituzione americana: fu, ad esempio, la premessa per la prima legge sulla naturalizzazione degli Usa, il Naturalization Act del 1790, che consentì di ottenere la cittadinanza statunitense esclusivamente ai “bianchi liberi” tra tutti gli immigrati (di fatto, soltanto con l’Immigration and Nationality Act del 1965, negli Usa fu abolita la discriminazione contro gli immigrati di colore); trovò esplicita menzione nella maggior parte delle dichiarazioni di secessione alla vigilia della guerra civile; figura tra le Costituzioni di molti Stati federati oppure a essa ci si appellò agli inizi del XX secolo durante la loro approvazione – la maggior parte di queste Costituzioni è ancora in vigore. È la mission dell’assemblea costituzionale, così un delegato della Louisiana nel 1899: “garantire la supremazia della razza bianca in questo Stato”. Le cosiddette “leggi Jim Crow”, che stabilirono la segregazione razziale e la sistematica discriminazione degli afroamericani negli Stati del Sud, furono abrogate solo nel 1965. Ancora, la testimonianza che a fronte della difficoltà di far quadrare i conti, la comunità di Macon in Giorgia fosse ricorsa alla vendita dei suoi stessi membri neri, schiavi, per ripianare il bilancio (Registri del 1855, Archivi parrocchiali della First Baptist Church) e che le bandiere sudiste venissero cucite nelle parrocchie.
    A tutt’oggi le persone negli Usa vengono spedite in prigione o viene impedito loro di votare o acquistare un’abitazione sulla base di leggi che sono state scritte nello spirito della white supremacy. Le questioni razziali sono questioni di potere, certamente.
    La white supremacy, che si avvale di ideologie come il razzismo (sessismo, omofobismo, etc.), l’identitarismo, il razzialismo e l’etnocentrismo, volte alla dominazione-supremazia della “razza bianca” su quella nera e sulle altre, è responsabile di più morti in America che gli attacchi terroristici di matrice jihadista dopo l’11 settembre.
    Insomma, una via di aggressione e repressione, garantite da leggi dello Stato, per affrontare i problemi complessi del capitalismo.
    Fin qui, un tentativo parziale e riduttivo di crono-storia che potrebbe aprire un dibattito di approfondimento, forte correlazione e consapevolezza dell’odierno presente in cui ci sono tutte le azioni per riconoscere che siamo nella stessa temperie, se non peggiore perché orfani di partiti, sindacati, masse in grado di confliggere e lottare per un altro mondo possibile. Non si tratta di far denuncia, pur utile e necessaria, perché l’unica domanda significativa è questa: come contrapporsi, confliggere, fare azione della nostra rabbia e del nostro orrore?
    Con la fraternità che non è un reato, con la solidarietà militante come prassi* quotidiana, con la fine dell’individualismo indifferente (io penso agli affari miei), con la con la concorrenza! Con l’unione perché essere uniti, non essere più soli di fronte agli sfruttatori aguzzini, è già una prima vittoria, con il disprezzo per i padroni aguzzini, sfruttatori, dove “Alla lotta cittadini! Formiamo i nostri battaglioni! Lotta di lunga durata, lotta per una vita degna!” diventi un’azione quotidiana, consapevole, radicale per la dignità e la giustizia per tutt@!
    *Prassi: la pratica quotidiana degli ideali di uguaglianza, giustizia, solidarietà e bontà che dichiariamo.
    Un@ tifos@ militante di Controcultura: Spazio Aperto Be.Brecht

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