UN’ INFAMIA CHE DONNE E UOMINI DI BUONA VOLONTÀ E DI MEMORIA ONESTA NON DIMENTICHERANNO!

130 migranti lasciati morire annegati nel Mar Mediterraneo centrale.
Per due giorni nessuno ha risposto alle segnalazioni di soccorso. La Guardia costiera d’Italia, Malta, Libia e Unhcr (agenzia dell’ Onu) erano a conoscenza di 130 uomini e donne, di cui una donna incinta, su un gommone in difficoltà.
La nave mercantile Bruna battente bandiera delle Isole Comore, che si trovava nelle vicinanze, era stata avvertita ma ha proseguito la sua rotta senza fermarsi.

Non c’è sostanzialmente sistema sociale, politico, ideologico, istituzionale che giustifichi il mancato soccorso in mare.

Che le fiamme dell’inferno possano bruciare su questa terra i complici assassini di questa strage, la cui responsabilità ricade sulle istituzioni statali e deputate al soccorso in mare!
Che gli uomini di buona volontà e di fermo sentire si adoperino per fare giustizia.

L’ omissione di soccorso è un reato e un crimine universalmente riconosciuto contro la legge del mare!
I capitani, questi si, mostri marini, e dei peggiori.
La parola d’ordine: equipaggi ribelliamoci!
Viva Capitan Maratos! Un antenato esemplare!
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Controcultura: Spazio aperto Be.Brecht – Trento

One Comment

  1. UN ALTRO MONDO È INDISPENSABILE
    24 agosto 1880 – Piroscafo italiano “Ortigia”. Affonda al largo della costa argentina per speronamento accidentale con un mercantile, 149 emigranti morti.
    17 marzo 1891- Bastimento inglese “Utopia”, partito da Trieste con scalo a Napoli. Urta contro una corazzata nello stretto di Gibilterra e affonda. 576 vittime, in prevalenza italiani provenienti da Campania, Abruzzo e Calabria.
    4 luglio 1898 – Nave francese “Bourgogne” affondata al largo della Nuova Scozia 549 morti, per lo più emigranti italiani.
    4 agosto 1906 – Piroscafo italiano “Sirio” affondato davanti a Capo Palos (Spagna). Vittime stimate 293, in gran parte italiani, ma la cifra è incerta perché erano molti i clandestini a bordo, per lo più emigrati italiani senza documenti.
    25 ottobre 1927 – Piroscafo italiano “Principessa Mafalda”, affondato ad 80 miglia dalla costa del Brasile. 314 morti secondo le autorità fasciste italiane del tempo, 657 secondo dati ripotati dai giornali sudamericani, tutti italiani, per lo più piemontesi, liguri e veneti. Fu ricordato come il Titanic italiano. E tanti altri…
    L’ecatombe continuò anche a causa della guerra: emigranti italiani morti nell’affondamento di piroscafi durante la prima guerra mondiale ad opera di sottomarini, 446 morti italiani nel 1940 nell’affondamento di un piroscafo inglese davanti alle coste del Brasile, l’Arandora Star (tenete conto che noi eravamo alleati dei tedeschi).
    Allora l’idea di sparare sulle barche non era soltanto enunciata: nel 1884, sulla nave italiana “Brazzo” con 1333 passeggeri a bordo, scoppia il colera. Venne respinta a cannonate a Montevideo.
    Nel 1888 sulla nave italiana “Carlo Raggio” con 1851 emigranti italiani, ci saranno 18 vittime per fame. Quasi ad ogni viaggio si contavano morti per asfissia, difterite, colera e ovviamente, fame.
    Come oggi l’emigrazione si svolgeva su carrette del mare, caricate fino all’inverosimile. Proprio come gli immigrati di oggi (www.museonazionaleemigrazione.it).
    L’omissione di soccorso è un reato e un crimine universalmente riconosciuto contro la legge del mare!
    I capitani che violano la legge del mare si condannano all’infamia.
    La parola d’ordine: equipaggi ribelliamoci!
    Viva Capitan Maratos! Un antenato esemplare!

    Un@ tifos@ militante di Controcultura: Spazio Aperto Be.Brecht

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