AFGHANISTAN UN PO’ DI STORIA

Offriamo alla vostra attenzione critica questo articolo sulla guerra imperialista in Afghanistan.
In generale riteniamo interessante e rispettosa della realtà storica la ricostruzione fatta da Roberto Vallepiano.

È giusto ricordare che il movimento contro la guerra, anticapitalista e altermondialista si oppose fin dall’inizio all’ aggressione imperialista degli Stati Uniti e alleati nei confronti dell’Afghanistan iniziata nel 2001.
I “riformisti” equivoci e subalterni si schierarono servilmente con l’imperialismo degli Stati dell’Occidente del grande capitale.

Questo l’articolo in questione:

<< Dice “Non possiamo lasciare il potere nelle mani dei Talebani!”. Già, peccato che i Talebani al potere ce li avete portati voi. Fino a 30 anni fa in quella terra disgraziata esisteva un governo laico e socialista impegnato a modernizzare il paese, si chiamava Repubblica Democratica dell’Afganistan. Le donne riempivano scuole e università, erano Ministre e soldate, e rappresentavano l’architrave di quell’esperimento di Socialismo. Quando gli USA finanziarono, armarono e addestrarono i tagliagole islamisti e la feccia oscurantista per distruggere quella esperienza, il Governo Afgano chiese l'aiuto internazionalista dell'Unione Sovietica, che intervenne in maniera generosa e altruista. Anche molti insegnanti e medici cubani accorsero per aiutare il popolo afgano. Allora tutti i mass media occidentali urlarono alla "Occupazione Sovietica" e si sdilinquirono per i Talebani, a quel tempo definiti "Freedom Fighters". Guerrieri della Libertà, invece che terroristi. In Italia e in Europa le sinistre, invece che difendere quell’esperienza, pensarono bene di schierarsi contro “l’invasione russa”. Sostennero apertamente i crimini di guerra dei Mujaheddin e non sembrarono preoccuparsi più di tanto della sorte di milioni di donne afgane. Osama Bin Laden era un agente della CIA e negli USA usciva Rambo 3, con Sylvester Stallone che combatteva per “la libertà dell’Afganistan” al fianco dei barbuti islamici contro quei cattivoni dei comunisti. Quando Gorbaciov prese il potere la prima cosa che fece fu ritirare l'Armata Rossa dall'Afghanistan. Poi pose direttamente fine all'URSS. Le milizie comuniste e i lealisti dell'Esercito Afgano, completamente accerchiati, riuscirono a resistere ancora qualche anno. Poi furono travolti. Il Presidente Najibullah fu costretto a rifugiarsi presso l'Ambasciata dell'ONU da cui lancerà uno straziante grido d'aiuto - rimasto inascoltato - ai governi di tutto il mondo. Verrà impiccato ad un lampione dai Talebani, durante il loro ingresso a Kabul. Quando i barbuti presero il potere, il nuovo governo fondamentalista scatenò una guerra feroce e totale contro le donne. Da quel momento nessuna ragazza avrebbe mai più potuto mettere piede in una scuola. Imposero il Burka a tutta la popolazione femminile e chi non lo indossava veniva linciata per strada. Se i loro occhi non erano oscurati dalla fitta rete del burka venivano bastonate, arrestate e torturate. Alle donne non fu più permesso lavorare, ne guidare, ne uscire in strada se non in compagnia di un famigliare maschio. Le Afgane che fino ad allora lavoravano come maestre, dottoresse, scrittrici, avvocate, magistrate, furono strappate dai loro luoghi di lavoro e segregate in casa. Le stanze che ospitavano una donna non dovevano avere finestre. Quando camminavano dovevano indossare scarpe silenziose perché nessuno sentisse i loro passi. Alcune donne furono linciate poiché avevano accidentalmente esposto un pezzo di braccio o una caviglia. Professoresse di fama internazionale e illustri scienziate vivevano di elemosine pur avendo titoli prestigiosi, lauree e dottorati di ricerca. Il tasso di suicidi tra le donne divenne altissimo. In uno dei rari ospedali che accoglievano le donne, un giornalista europeo assistette a immagini raccapriccianti: la maggior parte delle donne, si lasciavano morire d'inedia distese sui letti avvolte dal burka. Altre, ormai folli, se ne restavano rannicchiate per terra piangendo e urlando. Nessun malinteso concetto di "popolo”, cultura" o "tradizione" può giustificare queste aberrazioni. La tragedia che vive oggi l’Afganistan è figlia dell'imperialismo USA e della doppia morale occidentale. Della scelta di mettere quel Paese nelle mani dell’abominio, piuttosto che accettare che avessero un governo socialista, che facesse della laicità e del progresso le proprie bandiere. Oggi, dopo una guerra di rapina fatta per saccheggiare i pozzi petroliferi e dopo 20 anni di occupazione a stelle e strisce, gli Stati Uniti of America se ne vanno lasciando soltanto macerie e restituendo gentilmente il potere nelle mani dei mostri. >>

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