A Don Eugenio Izquierdo, hombre valioso y sincero
A proposito di NATURA e STORIA
CUBA e HAITI
Ci è capitato di doverci confrontare con la tesi che l’ambiente naturale determina la storia, le caratteristiche antropologiche e la realtà sociale di un popolo.
Una tesi piuttosto diffusa.
Noi riteniamo questo determinismo volgare infondato.
Abbiamo deciso di misurarci con un esempio che speriamo sia facilmente comprensibile da tutti per la sua pacifica evidenza.
Cuba e Haiti, due grandi isole caraibiche (Cuba 109.884 km² di superficie, Haiti 27.750 km², rappresenta la parte Ovest dell’isola Hispaniola, la cui parte Est è la Repubblica Dominicana ed assieme hanno un’estensione di 76 422 km²)
Cuba e Haiti sono due realtà simili sotto il profilo naturale, climaticamente e territorialmente, con risorse analoghe. Da un certo punto in poi hanno storie culturali e politiche completamente diverse.
Un tentativo di socialismo da una parte.
Il capitalismo imperialista dall’altra parte.
Ed ora dati e solo dati:
HAITI
La storia di Haiti è lunga, noi ci fermiamo a questi fatti secondo noi determinanti.
L’isola fu colonia dominata ferocemente dai francesi attraverso la schiavitù. Nel 1791 scoppiò la prima rivolta degli schiavi neri che si concluse con l’indipendenza formale della colonia nel 1804.
Nel 1825 i Francesi chiesero con la forza che gli haitiani pagassero 150 milioni di franchi per la perdita delle proprietà (gli schiavi compresi). Soli, gli haitiani furono costretti a pagare, cosa che fecero alla Francia (fino al 1893) e poi agli USA (fino al 1947). Il conto totale dei 122 anni ammontò a 21 miliardi di dollari. Quando il presidente di Haiti Jean-Bertrand Aristide cercò di recuperare quei miliardi dalla Francia nel 2003, fu rimosso con un colpo di Stato.
Nel 1915 Haiti era stata occupata militarmente dagli Stati Uniti, che misero le mani sul suo oro, fino al 1934. Da allora, il colonialismo non se n’è mai andato, mediante il controllo diretto o indiretto delle risorse del paese.
Attualmente Haiti è il paese più povero dell’emisfero occidentale, con il 76% della popolazione che vive con meno di due dollari al giorno, la mortalità infantile sotto i 5 anni è molto alta, con 72 decessi ogni 1000 bambini, mentre la speranza di vita alla nascita è bassa e si attesta a 62 anni di età. L’accesso all’acqua potabile è garantito a solo il 63% della popolazione.
Il sistema scolastico di Haiti è molto arretrato e può essere paragonato a quello dei paesi dell’Africa sub-sahariana. Solo il 55% dei bambini tra i 6 e i 12 anni sono iscritti a scuola e solo il 32% degli studenti della scuola primaria completa i cinque anni d’istruzione previsti. Il motivo degli abbandoni e del basso tasso di iscrizione è da imputarsi al costo dell’istruzione, troppo oneroso per le famiglie haitiane.
La spesa pubblica per l’istruzione non è infatti sufficiente a garantire l’insegnamento a tutti i ragazzi.
Nel 2006 il 47% della popolazione era ancora analfabeta.
2020, secondo le organizzazioni per i diritti umani, è stato l’anno della gangsterizzazione accelerata di Haiti, durante il quale almeno un migliaio di persone sono state sequestrate e altrettante sono morte di morte violenta.
L’isola non aveva ricevuto alcuna dose di vaccino anti-Covid fino a pochi mesi fa.
CUBA
Anche la storia di Cuba è lunga. Noi partiamo dal 1898, anno in cui gli USA occuparono Cuba, gestirono l’isola come il parco giochi dei gangster e il bordello del cortile di casa.
Qualsiasi tentativo dei cubani di esercitare sovranità fu schiacciato con una forza terribile, comprese le invasioni statunitensi nel 1906-1909, 1912, 1917-1922 e 1933. Gli USA appoggiarono il generale Fulgencio Batista (1940-1944 e 1952-1959) nonostante la sua brutalità. Dopotutto, Batista proteggeva gli interessi degli USA e le aziende statunitensi possedevano i due terzi dell’industria dello zucchero del Paese e l’intero settore dei servizi.
Nel 1959 la rivoluzione del popolo cubano, il grande e decisivo protagonista, si oppose a tale storia miserabile, storia di schiavitù e dominio imperiale.
Come reagirono gli USA?
Imponendo un blocco economico al Paese dal 1960 fino ad oggi, che ha preso di mira tutto, dall’accesso a forniture mediche, cibo e finanziamenti al blocco delle importazioni cubane e costringendo Paesi terzi a fare lo stesso. Il blocco economico è stato inasprito dall’ultima amministrazione Trump (Biden le ha lasciate intatte). L’obbiettivo è chiaro: strangolare l’economia e la società cubana e con esse il tentativo di costruire una società più giusta.
Nonostante questo a Cuba:
il tasso di mortalità infantile è del 4 per mille nati vivi, mentre negli Stati Uniti, vergognosamente, è del 6 per mille nati vivi, secondo quanto dice la Banca Mondiale.
Non ci sono le grandi favelas con condizioni di vita degradate come nel resto del Sud America.
Il tasso di alfabetizzazione è del 99,8 per cento nella popolazione dai 15 anni in su contro il 99,0 per cento degli Stati Uniti.
La scuola è pubblica e gratuita per tutti.
La sanità è pubblica e gratuita per tutti.
È stata raggiunta l’autosufficienza vaccinale.
Ormai da sessant’anni le brigate dei medici cubani portano aiuto gratuitamente ai paesi più poveri del mondo “perchè la patria è l’intera umanità”. A inizio pandemia Covid-19 sono venuti coraggiosamente a portare aiuto solidale anche in Italia.
L’accesso allo sport è stato democraticizzato rendendolo gratuito.
Il servizio meteorologico e la protezione civile consentono di ridurre drasticamente il numero di decine o centinaia di vittime che gli uragani e cicloni tropicali mietono in tutti i paesi dei Caraibi, compresa la Florida: Cuba in occasione degli allarmi di uragani riesce a sfollare centinaia di migliaia di persone, malgrado le crescenti difficoltà economiche dovute al blocco statunitense.
In occasione del terremoto ad Haiti del 2010, Cuba inviò brigate mediche specializzate, gli USA invece di mandare medici inviò 3.500 soldati e una portaerei (emulati supinamente dall’Italia che inviò la portaerei Cavour)!
Attualmente ad Haiti sono presenti brigate dei medici cubani per portare aiuti alla popolazione colpita dal recentissimo terremoto.
Se vi piace fate conoscere questa storia.
CONTROCULTURA: SPAZIO APERTO BE.BRECHT – TRENTO