Un’ondata di proteste per reagire all’infamia della riduzione delle spese della scuola in favore delle spese militari!
Il governo sta decidendo che entro il 2025 la spesa pubblica per la scuola italiana dovrà scendere dal 4% al 3,5% del PIL. (Facendo due calcoli alla buona dovrebbero essere circa 9 miliardi in meno all’anno, ma accettiamo volentieri correzioni ben documentate)
Con questi tagli l’Italia diventerà l’ultimo paese in Unione Europea ad investire nella scuola.
Intanto il governo ha deciso che le spese militari aumenteranno (gradualmente ma aumenteranno) di 13 miliardi all’anno.
Rinnoviamo la lotta imparando dalle sconfitte. I bambini, compresi i nostri, ci guardano. È nostro dovere dialogare con loro e per loro, consegnare loro nel presente un futuro di educazione degna, pubblica, gratuita, un futuro di pace, di gioia di vivere.
Un vero amore per i nostri figli non può che diventare un dovere nella lotta per la pace e contro la distruzione delle condizioni per l’umanità di vivere sulla Terra.
Come ben scrisse Italo Calvino “Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi.
Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.”