APPUNTI DI CRITICA DELLA GEOPOLITICA
LA TESI? La geopolitica è una prospettiva culturale al servizio del grande capitale.
La geopolitica come disciplina nacque in Germania tra le due guerre mondiali ed ebbe la funzione di legittimazione culturale della politica espansionistica e razziale del nazismo.
Riteniamo la geopolitica un grande tentativo di manipolare e asservire la coscienza storica di tutti noi che stiamo in basso, lavoratori, disoccupati, precari, pensionati poveri, studenti poveri.
La geopolitica fa diventare gioco appassionante, Risiko alla mano, la politica di potenza nazionale e sovranazionale dei grandi capitalisti. Questo significa rimbambimento e subalternità generale per i lavoratori. Quando i lavoratori diventano un tutt’uno con i grandi capitalisti, o con una parte di essi, i lavoratori diventano subalterna massa di manovra destinata alle decimazioni nelle guerre tra i vari imperi (da quelle economiche fino a quelle guerreggiate).
La geopolitica, questo novello Grand Hotel, fotoromanzo per rimbambire quelli che se la passano male in fondo alla scala sociale, la maggioranza.
La seducente ma apparente razionalità della geopolitica, oggi molto diffusa sui grandi media, vuole fare dei popoli una base manipolata per nazionalismi al servizio degli interessi e della cultura del grande capitale, in uno scontro radicale con le grandi tradizioni culturali che mettono al centro l’interesse dei lavoratori salariati cioè degli sfruttati, degli oppressi contro le oligarchie capitaliste. Un esempio attuale: 26 miliardari di varie nazionalità posseggono la ricchezza di 3,8 miliardi di persone di varie nazionalità sulla Terra.
Il sogno nascosto della cultura geopolitica consiste in masse di sfruttati idolatranti e asserviti a quelli che stanno in alto, ai grandi capitalisti e a il loro apparati ideologici, che dalle loro ville, dai loro lussuosi appartamenti estraggono fino all’ultima stilla di tempo, di sangue, di intelligenza e di umanità agli sfruttati.
Abbiamo bisogno del più ampio dialogo, di libero pensiero, di audacia critica ben fondata, e questo tocca a noi che stiamo in basso ma che guardiamo al futuro, un futuro migliore, degno, giusto per giustizia sociale, struttura fondamentale di un’altra realtà sociale, giusta e liberata dai grandi ricchi, dai padroni e sfruttatori delle vite di miliardi di uomini, compensati per lo più con modeste elemosine atte a riprodurre gli sfruttati, gli oppressi.
Nella prossima puntata qualche considerazione sulla parola POLITICA senza GEO….
Talk-show uffici di reclutamento della nuova guerra
La geopolitica, quel risiko babbeo che prescinde, con ragionevole buon senso, dall’umanità.
Azzarda il pronostico e al riparo della sconfitta, si schiera con il più forte del momento.
Aggredito/aggressore, dogma che non ammette ragionamento, “qui ed ora” ripetono penosi intellettuali che per il gettone, recitano la particina decontestualizzata ricca di storelings-fantasy.
Giornalisti/caporali furiosi, nei talk-show di ogni proprietà, parlano come ufficiali di reclutamento o polizia della ragione.
Ma i fuochi dell’ Ucraina, per interposta persona parlano di una lotta per la supremazia mondiale e dicono pure che le oligarchie sono pronte e preparano una nuova e più grande carneficina.
Se il pretesto, la provocazione, l’incidente giustifica la guerra,
“La patria in pericolo” arruola e porta al macello milioni di lavoratori un giorno esaltati da eroi guerrieri, l’altro vittime sacrificali di altri interessi.
I lavoratori ieri arrancanti sfruttati della sopravvivenza, in guerra carne da cannone; le famiglie erranti e questuanti, gli anziani tra le macerie aspettano la reazione K del soldato di passaggio.
E come in tutte le guerre lo stupro segna l’attraversamento delle armate.
Ma questo nei talk-show è motivo di approfondimento del conflitto
Grati per l’impegno. Suggeriremmo uno stile decisamente più piano, possibilmente popolare.