Il Dio mercato
L’espressione religione del mercato non è solo una figura retorica. La fede nella funzionalità dei mercati prende realmente la forma di una religione a pieno regime, fornita dei suoi sacerdoti e rituali, delle sue dottrine e ideologie, dei suoi santi e profeti e del suo zelo nel portare il proprio Vangelo al mondo intero e nel convertire i popoli.
Il mercato è un dio cattivo, punitivo. Oggi la volubile volontà del mercato sarà chiarita dai bollettini giornalieri di Wall Street e altri sensori della finanza. Perciò di giorno in giorno veniamo a sapere che il mercato è “preoccupato”, “sollevato”, “nervoso”, a volte anche euforico. Sulla base di questa rivelazione, gli sgomenti fedeli prendono decisioni fondamentali su cosa comprare o vendere.
Agire contro gli avvertimenti del mercato è rischiare la scomunica e perfino la dannazione.
Il mercato è ammantato di tutte le caratteristiche divine: è onnisciente, è onnipotente, è punitivo…. È un vero e proprio dio. Ma è un dio curioso. Perché produce un mondo dalle conseguenze che proclama di non volere.
Per esempio, se ci pensiamo bene, il modo più semplice di far rendere il proprio capitale umano nel “libero” mercato è la prostituzione. E così, in Germania, certe operaie licenziate si sono viste proporre dall’agenzia di collocamento locale come parte del loro processo di riconversione un posto da accompagnatrici in nuovi eros center.
Mentre l’università di Leicester ha diffuso un documento che si chiama “Cassetta degli attrezzi per il lavoro sessuale degli studenti” (per chi vuole può verificarlo a questo link dell’università (bit.ly/3jKy04b), in cui viene messo nero su bianco che siccome l’università ha a cuore la dignità dei propri studenti e siccome riconosce lo stigma sociale associato al lavoro sessuale, farà di tutto per appoggiare gli studenti che si guadagnano da vivere così.
Signori, a quanto pare, nella testa dei padroni l’importante è vender il proprio capitale umano sul mercato, cioè accettare ogni forma di sfruttamento, e non tassare i ricchi perché i meno abbienti desiderosi di studiare possano essere sostenuti dalle istituzioni pubbliche.
Il mercato è un dio e come tutti gli dei è una creazione dell’uomo, questa creatura/creazione (il mercato) aggredisce il suo creatore (l’umanità), facendone su vasta scala una vittima. 26 miliardari hanno la ricchezza di 3,8 miliardi di persone, circa la metà della popolazione mondiale. Non sappiamo come la pensi il lettore, ma qui c’è una puzza di ingiustizia che fa paura. Se le vittime prendono coscienza della loro forza, si organizzano e si impegnano a rovesciare il sistema del feroce sfruttamento in una prospettiva di liberazione da questo padrone succhia-vite, lottando e contrastandolo riusciamo a conquistare un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.