PER UNA CONTAGIOSA REAZIONE POPOLARE CONTRO LA SEDUCENTE PROPAGANDA DI GUERRA DEGLI IMPERIALISMI
PUNTATA 2
Vi proponiamo alcuni passaggi dell’accordo stipulato nel 2014 fra governo ucraino e Unione Europea.
Per avviare “rapporti fondati sui principi dell’economia del libero mercato” (articolo 3) l’unica opzione ammessa per l’Ucraina sono le politiche di austerità, assieme per es. alla liberalizzazione dei servizi pubblici, la libera circolazione dei capitali ecc. Una mazzata neoliberista sulle condizioni di vita e di lavoro del popolo ucraino.
I funzionari di Bruxelles dettano al “partner” il quadro giuridico europeo – fino all’obbligo di legalizzare le attività di “lobbying”: “Le parti concordano sulla necessità di consultare nei tempi opportuni e con regolarità i rappresentanti del mondo degli affari sulle proposte di legge”, come stipula l’articolo 77b.
Chi vuole intendere intenda.
Andando avanti emerge anche chiaramente l’intenzione geopolitica del testo che menziona la “progressiva convergenza nell’ambito della politica estera e della sicurezza, compresa la politica di sicurezza e di difesa comune”. (de facto un integrazione nella NATO)
Leggendo i 44 annessi dell’accordo fra UE e Ucraina che precisano le rinunce dell’Ucraina alla propria sovranità economica, le dichiarazioni d’amore europee prodigate dopo l’invasione russa a questo “paese fratello” che “difende i nostri valori” suonano improvvisamente ipocrite.
I nuovi disoccupati ucraini potranno dunque essere assorbiti dalle fabbriche-fungo che sorgeranno sulle macerie delle accaierie bombardate dai russi.
Dopo la caduta del muro di Berlino, l’Unione Europea organizza le delocalizzazioni tra “amici” per fornire ai propri colossi industriali braccia nuove a buon mercato e nuovi mercati.
Nel 2022 il salario minimo mensile ucraino non supera i 180€…. Occhio lavoratori
Con le liberalizzazioni imposte dall’accordo con l’UE l’Ucraina potrà così accogliere le fabbriche francesi, tedesche, polacche, forse italiane, desiderose di accaparrarsi i servizi postali, le comunicazioni elettroniche, i servizi finanziari e di assicurazione ormai aperte alla concorrenza (leggi saccheggio).
Alcune norme del governo ucraino attuale chiarificano la sua sottomissione al dominio assoluto dei capitalisti ai danni del popolo ucraino.
Il presidente ucraino ha ratificato una legge che autorizza le piccole e medie aziende (il 70% dei lavoratori ucraini) a non applicare più il codice del lavoro, lasciando in vigore solo le regole stabilite nel contratto dal datore di lavoro. Per un soffio i sindacati sono riusciti a ottenere il ripristino dello status quo ante. Ma il partito di Zelesnky “Servitore del Popolo” non intende fermarsi.
“L’estrema iperregolamentazione del lavoro [N.d.r. del precedente sistema con tratti di “socialismo reale”] contraddice i principi di autoregolazione del mercato e di gestione moderna del personale” ha spiegato Anna Lickman deputata del partito al potere.
Secondo Open democracy, un media filo-europeo, un altro progetto di legge “introdurrebbe la giornata di lavoro di 12 ore massime e permetterebbe ai datori di lavoro di licenziare i dipendenti senza giusta causa”.
E qui c’è poco da equivocare
I responsabili politici dichiarano:
“dobbiamo resettare (cancellare) il codice del lavoro e il modello sociale, poiché non è stato fatto durante la transizione del paese dal socialismo all’economia di mercato.
“Così avviene in uno stato libero europeo e di mercato”.
Per semplificare, il neoliberismo senza se e senza ma che realizza il dominio assoluto dei grandi capitalisti sulla forza lavoro.
Lo ribadiamo ancora una volta, siamo chiaramente di fronte a uno scontro fra due imperialismi per accaparrarsi un ghiotto mercato di mano d’opera a basso costo e di materie prime fondamentali, a costo del macello del popolo ucraino.
Fra 2 giorni la PROSSIMA PUNTATA….