APPUNTI STORICI SUL CURIOSO PACIFISMO AMERICANO (DETTA ANCHE PAX AMERICANA)
1a PUNTATA
Gli Stati Uniti emersero dalla Seconda guerra mondiale come la nazione tecnologicamente, economicamente e militarmente più forte al mondo. Gli altri Stati che avevano partecipato al conflitto, sia sul fronte europeo sia su quello del Pacifico, furono in gran parte devastati. Il più vicino concorrente degli Stati Uniti, l’Unione sovietica, aveva sopportato il peso della lotta contro la Germania nazista con enormi perdite sia tra la popolazione sia quanto a capacità produttiva.
L’80% dei soldati, del materiale bellico, e degli sforzi produttivi e finanziari della Germania nazista furono impiegati e sconfitti sul fronte orientale contro l’Unione Sovietica.
Fatto interessante, gli Alleati, nell’ultimo scorcio della seconda Guerra mondiale, ritardarono l’apertura di un secondo fronte in Europa per aiutare i sovietici che stavano combattendo contro i Tedeschi sul fronte orientale.
È stato ampiamente dimostrato che le bombe atomiche sganciate in Giappone non erano necessarie dal punto di vista militare: il Giappone si sarebbe arreso comunque. In effetti, il paese asiatico aveva chiesto la pace Prima di qualsiasi invasione o lancio di bombe. Gli ordigni furono usati nella guerra del Pacifico affinché i sovietici non vi entrassero e acquisissero più territori in Asia nonché per impedire alla Russia di appoggiare Mao nella guerra civile in Cina. Insomma, furono sganciati per rendere i sovietici ” più gestibili”, Come disse all’epoca il presidente Truman. Questa posizione antisovietica e anticomunista si tradusse nella politica estera statunitense del contenimento e accerchiamento dell’Unione sovietica.
A questo punto vogliamo parlarvi del Memorandum 68 (preparato nel 1950) del Consiglio di sicurezza nazionale USA: il testo di riferimento su come gestire la geopolitica mondiale dopo la seconda Guerra mondiale.
Il documento rappresenta il punto culminante di una sorta di scontro filosofico i cui fronti contrapposti sono rappresentati da due figure emblematiche: George Kennan, da un lato e Paul Nitze dall’altro.
Subito dopo la seconda Guerra mondiale, o se vogliamo durante la guerra e nell’immediato dopoguerra, le idee di George Kennan sul contenimento, che in realtà era una forma piuttosto passiva di contenimento, dominavano negli ambienti della politica estera statunitense.
Poco dopo, a rubare la scena arrivò Nitze, uno dei principali autori del Memorandum 68. Nitze aveva una visione molto diversa del nucleare, della corsa agli armamenti e di altre questioni simili. A suo avviso il contenimento non doveva essere solo passivo ma bisognava lanciarsi in un coinvolgimento attivo e conflittuale con i sovietici, in ogni tempo e luogo possibile. Gli Stati Uniti, insomma, avrebbero dovuto coinvolgere i russi nella corsa agli armamenti perché avevano molte più risorse a disposizione, e alla fine i russi avrebbero perso e gli americani si sarebbero imposti come potenza dominante.
Nitze era maestro in due tattiche in particolare. Una era la produzione di documenti di sicurezza allarmisti, di cui il Memorandum 68 è un tipico esempio. L’altra, di cui parleremo tra poco, era la formazione di comitati e lobby per promuovere quella linea politica.
Nei temi presenti nel Memorandum 68 vi erano la rivoluzione cinese, La guerra di Corea e, soprattutto, l’intervento della Cina in quel conflitto. Questi argomenti furono sfruttati come esempi allarmanti dei progressi compiuti dal fronte comunista. Gli effetti di quel Memorandum, che circolò parecchio e anzi fu proprio preso come modello di riferimento, furono quasi immediati.
La spesa militare aumentò del 458% tra il 1951 e il 1952. Un incremento evidentemente esorbitante.
……..Siamo debitori per quanto riguarda i dati e le fonti storiche a Chomsky e Waterstone…………..
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CONTINUA NELLA PROSSIMA PUNTATA FRA QUALCHE GIORNO