Bikini per tutto il mondo è diventato soltanto il nome del costume da bagno in due pezzi inventato dagli stilisti francesi Louis Reard e Jacob Heim nel 1946.
Bikini è però anche un atollo delle Isole Marshall nell’Oceano Pacifico. Su questo atollo il 25 luglio del 1946 gli Stati Uniti iniziavano i primi esperimenti utilizzando bombe atomiche dopo quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
Nel 1954 sull’atollo fu condotto il test “Castle Bravo” con una testata 1000 volte più potente della bomba che aveva distrutto Hiroshima facendo 135.000 morti. Il lampo fu visto anche a Okinawa, a oltre 4000 chilometri di distanza.
La ricaduta radioattiva di questo esperimento, molto più potente di quanto previsto dagli scienziati, fu dispersa dalle correnti oceaniche e dai venti a grandi distanze, ricadendo sulla terra nella forma di fiocchi di neve color cenere.
Furono contaminati non solo gli atolli vicini e i militari statunitensi ma perfino i capi di bestiame del Tennessee, a 10.500 chilometri di distanza. Tracce di materiale radioattivo furono trovate in Giappone, India, Australia, Europa.
In seguito gli Stati Uniti iniziarono un progetto a lungo termine per decontaminare l’atollo Bikini ma i risultati furono insufficienti.
Il governo degli Usa distribuisce 147 dollari ogni 3 mesi agli abitanti del luogo superstiti e il fondo dovrebbe esaurirsi alla fine del 2023.
Che vergogna, che miseria.
Popoli del mondo lottiamo con tutte le nostre forze contro la tragedia di una terza guerra mondiale nucleare. Una catastrofe che il pianeta Terra, le sue figlie e i suoi figli non possono permettersi.
No alla guerra!
Si alla giustizia sociale e ambientale!