“AIUTIAMOLI A CASA LORO”?

“AIUTIAMOLI A CASA LORO”?

Delle democrazie che hanno la struttura di 26 miliardari che hanno la ricchezza di 3,8 miliardi di persone hanno poco da insegnare e molto da rapinare.

Il saccheggio delle risorse dell’Africa si concentra nelle tasche dei miliardari, per la maggior parte occidentali, con qualche briciola a sostenere l’attuale passività dei salariati.
Si tratta di briciole che chiedono in cambio la nostra dignità di uomini solidali che spezzano il pane con gli altri.

Se non c’è vera giustizia di là non c’è vera giustizia di qua.

Sono secoli che l’Africa subisce feroci aggressioni da parte del colonlialismo del grande capitale occidentale. Qualche esempio:

-la violenza della conquista: chi resisteva veniva ucciso e deportato
-l’istituzione del regime dell’indigénat: lavoro forzato ed espropriazione delle terre
– l’utilizzo degli africani come carne da cannone da parte delle potenze occidentali durante le due guerre mondiali, contribuendo alla liberazione dal nazifascismo.
– negli anni successivi alla decolonizzazione politica è stato instaurato un rapporto neocoloniale per garantire al grande capitale occidentale di continuare a beneficiare di materie prime a prezzi bassissimi.
– oltre a questo rapporto di servitù economica: interventi militari, operazioni speciali, assassini di capi di stato che tentavano una strada di liberazione dal giogo neocoloniale
– una testimonianza di quanto è profonda la storia del suprematismo (dichiarata e ostentata superiorità della razza bianca) neocoloniale francese e delle potenze occidentali: qualche anno fa il presidente francese Nicolas Sarkozy fece un discorso in Senegal affermando che “l’uomo africano non è entrato abbastanza nella storia”.

C’è una risposta che viene direttamente dall’Africa a questa combinazione di superbia e di cretineria storica ai limiti del comico se non fosse tragica.

Citiamo la parte per noi rilevante del discorso fatto qualche mese fa dal capitano Ibrahim Traore, attuale presidente di transizione in Burkina Faso:

“Le domande che si fanno quelli della mia generazione si possono riassumere nel non capire come mai l’Africa, con così tante risorse nel suolo, con una natura generosa, sia oggi il continente più povero. Come mai l’Africa sia un continente affamato, e come sia possibile che i nostri capi di Stato girino il mondo a chiedere l’elemosina.

La mia generazione mi incarica anche di dire che a causa della povertà sono costretti ad attraversare il mare e nel tentativo di raggiungere l’Europa muoiono nel mare. Ma che prossimamente non cercheranno di attraversare il mare ma verranno davanti ai nostri palazzi a chiedere il loro pane quotidiano.

Per quanto riguarda il Burkina Faso da più di 8 anni oggi assistiamo alla forma di manifestazione più barabara e più violenta del neocolonialismo e dell’imperialismo, la schiavitù che tentano ancora di imporci.
I nostri predecessori ci hanno insegnato una cosa:

“Lo schiavo che non organizza la propria ribellione non merita compassione per la sua sorte”

Non ci piangiamo addosso e non chiediamo che qualcuno ci compatisca.
Il popolo burkinabé ha deciso di lottare, di lottare conto il terrorismo e rilanciare lo sviluppo.
In questa lotta delle persone coraggiose, valorose popolazioni, si sono impegnate a prendere le armi contro il terrorismo: quelli che abbiamo affettuosamente chiamato VDP (Volontari per la difesa della Patria)
Siamo sorpresi di vedere gli imperialisti considerare questi VDP come milizie o simili.

È sconfortante perché in Europa quando le popolazioni prendono le armi per difendere la loro patria sono considerate patriote.
I nostri nonni sono stati deportati per salvare l’Europa. Non fu per loro scelta, ma contro la loro volontà. Ebbene al loro ritorno ci ricordiamo bene che a Thiaroye quando vollero rivendicare i loro diritti elementari sono stati massacrati. Pazienza!
Ma quando però, noi popolo, decidiamo di difenderci siamo considerati come milizie.

Ma questo non è il problema. Il problema sta nel vedere dei Capi di Stato africani, che non fanno nulla per questo popolo che lotta, comportarsi proprio come gli imperialisti, considerandoci come milizie e come persone che non rispettano i diritti umani. Ma, di quali diritti dell’uomo si parla?
Ci opponiamo contro tutto ciò, è davvero vergognoso!

Bisogna che noi, capi di stato africani, la smettiamo di comportarci da marionette che ballano ogni volta che gli imperialisti tirano i fili.

Dobbiamo garantire l’autosufficienza alimentare per i nostri popoli.
Gloria al nostro popolo!
Dignità al nostro popolo
Vittoria al nostro popolo
La patria o la morte
Noi vinceremo”

Facciamo nostro questo testo perché chiaro e comprensibile ed esprime una grande dignità e una consapevolezza che noi rispettiamo e sosteniamo. Un indirizzo di lotta, di critica, di proposte, che i più vecchi tra di noi praticano e per cui si sono battuti da oltre 50 anni.

Seguendo il suggerimento di un nostro interlocutore abbiamo aperto un canale Telegram! Per dialogare e criticare le nostre proposte di critica alla cultura dominante vi invitiamo a iscrivervi: https://t.me/ControculturaSpazioapertoBBrecht

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