PARTECIPIAMO ALLO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DI DOMANI IN SOLIDARIETÀ AL POPOLO PALESTINESE

PARTECIPIAMO ALLO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DI DOMANI IN SOLIDARIETÀ AL POPOLO PALESTINESE H.9 Piazza Dante (Trento) presidio organizzato dai sindacati SBM e CUBH.10.30 ritroviamoci sotto il rettorato (via Calepina 14, Trento)H. 18.00 corteo da Piazza Duomo, Trento (organizzato da CUB e SBM)

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DOMANI 23 febbraio i sindacati di base hanno convocato uno sciopero generale nazionale in solidarietà al popolo palestinese, rispondendo ad un appello dei Giovani palestinesi in Italia.

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Cominceremo con una domanda a noi che siamo lavoratrici e lavoratori e a tutte e tutti i disoccupati, pensionati, studenti.

Perché un lavoratore dovrebbe rinunciare a una giornata di stipendio e scendere in piazza per una cosa che sembra abbastanza lontana dal posto in cui vive e lavora? Perché uno studente dovrebbe perdere una giornata di scuola, un pensionato, un disoccupato, un cittadino dovrebbero scendere in piazza per una questione che può sembrare non li tocchi così da vicino?

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Noi rispondiamo: Pensiamo sia urgente imparare nuovamente ad essere capaci di tremare d’indignazione ogni qualvolta si commetta un’ingiustizia nel mondo, e non per forza contro stretti parenti e amici, ma contro chiunque sia nella condizione di essere più debole, oppresso, umiliato, sfruttato. Questo è ancora più indispensabile oggi in tempi battuti dai venti di guerra.

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I grandi ricchi di qualsiasi bandiera ci stanno preparando e spingendo in guerre fratricide i cui morti, mutilati, sofferenti sono sempre dei nostri, di noi che stiamo in basso. I miliardari europei, russi, americani, israeliani, arabi, asiatici e chi più ne ha più ne metta, i grandi manager delle grandi industrie d’armamento sono sempre pronti a fuggire sui loro jet privati in rifugi a migliaia di kilometri di distanza dai campi di battaglia e lasciare i popoli a macellarsi a vicenda. Massacro per difendere le rispettive patrie? Patrie di nuovo asservite ai miliardari di turno? Dove la gente che sta in basso fa i salti mortali per pagare il mutuo per un bilocale nelle periferie inquinate delle grandi città e chi ha patrimoni superiori a 10 milioni, la sede fiscale all’estero, la cittadinanza a Montecarlo e 5 Bentley in garage non viene neanche minimamente toccato da una misera tassa patrimoniale.

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L’impressionante corsa al riarmo è il primo sintomo di tutto questo. Mentre il collasso climatico avanza in tutto il mondo, mentre vengono tagliati i fondi ai servizi pubblici, a sanità, scuola, redditi degni, diritto a una casa dignitosa, i governi, compreso il nostro, investono miliardi in nuovi armamenti e in nuove missioni militari. Evidentemente il lavoro a soluzioni diplomatiche non è utile ad ingrassare il valore in borsa delle grandi industrie di armi.

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Stiamo parlando di armi che finiscono anche in Palestina. I cannoni da 76 mm del gruppo Leonardo, grande azienda la cui maggioranza è dello Stato Italiano, sono montati sulle Corvette della Marina militare Israeliana e partecipano ai bombardamenti su Gaza.

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Ogni bambino palestinese ucciso è uno schiaffo alla nostra coscienza, alla nostra indifferenza, al nostro pensare ai piccoli e meschini fatti nostri, ai nostri sentimenti che possono diventare grandi sentimenti se reagiamo “al così è e non c’è niente da fare”, se iniziamo a parlare con gli altri, se iniziamo ad impegnarci in prima persona, a scendere in piazza, a unirci allo sciopero. Oltre all’indifferenza c’è una certa ottusità. Quello che i bombardamenti israeliani stanno facendo ai bambini di Gaza potrebbe succedere anche qua se lasciamo che i nostri governi proseguano indisturbati la corsa al riarmo e la complicità con le guerre di dominio.

Proprio di fronte alla complicità con il genocidio del popolo palestinese da parte delle grandi aziende italiane e del nostro governo, che in questo caso non applica nessun tipo di sanzione, tocca a noi che stiamo in basso fraternizzare con le nostre sorelle e i nostri fratelli palestinesi. È urgente la nostra solidarietà concreta, il nostro contributo a fermare questa macchina di morte.

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N.B. Il governo israeliano ha appena concesso all’Italiana ENI le licenze per sfruttare il giacimento di gas nel mare al largo della Striscia di Gaza, gas che appartiene ai palestinesi e che tutti gli stati che riconoscono la Palestina (139 paesi, quasi il 70% dei membri Onu) riconoscono quale diritto inalienabile dei palestinesi.

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Finora il governo e l’esercito israeliano hanno ucciso più di 30.000 civili palestinesi, di cui più di 10.000 bambini. Rifiutando il negoziato stanno per lanciare l’attacco a Rafah, l’ultima città a Sud della striscia di Gaza, con 1,5 milioni di rifugiati in un lembo di terra di confine, un massacro annunciato. Costringono milioni di persone alla fame, alla denutrizione, alle epidemie, alla paura, all’angoscia, alla perdita degli affetti.

Animati dal sogno di una generosa e salvifica solidarietà internazionale fra tutti quelli che stanno in basso, per un futuro degno, giusto e bello per tutte le e tutti gli oppressi – un sogno che viene da lontano nel tempo e che guarda lontano, invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori che vivono in Italia a fraternizzare e a scioperare e tutte le studentesse e gli studenti, le pensionate e pensionate, le disoccupate e i disoccupati a unirsi allo sciopero.

“Siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo”

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Fermiamo il genocidio!

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