Nella lettera firmata da quasi 2000 docenti e ricercatori italiani e inviata al Ministro Tajani il 29 febbraio in cui si chiede lo stop alle collaborazioni con Israele si dice che “il finanziamento potrebbe essere utilizzato per sviluppare tecnologia “dual use”, ovvero a impiego sia civile che militare, e la terza linea di finanziamento delle tecnologie ottiche potrebbe essere utilizzata per sviluppare device di sorveglianza di ultima generazione, anche a uso bellico. La richiesta della lettera è sospendere gli accordi fino al cessate il fuoco di Israele.”
L’appello chiede il congelamento delle relazioni fra università e centri di ricerca dei due Paesi allo scopo di fare pressione su Israele, come venne fatto contro il Sudafrica dell’Apartheid. Questo tipo di lotta è palesemente imparagonabile al fascismo, al “tempo lugubre nel quale dalle università venivano espulsi professori perché ebrei” come dichiarava il noto Fassino.
A proposito delle università Israeliane come “luogo del dissenso” (Montanari), tenendo conto delle esemplari eccezioni che ci capita spesso di raccontare ed esaltare, ci poniamo alcuni interrogativi sulle strutture generali: le università israeliane sono pienamente libere? Luoghi neutrali di confronto democratico, del pensiero critico?
Un primo esempio: La nota Prof palestinese Nadera Shalhoub-Kevorkian (esperta di femminismi e violenze di genere) è stata appena sospesa per ordine della Hebrew University e detenuta per ore all’aeroporto Ben Gurion. A ottobre aveva firmato una lettera con 1000 accademici internazionali che chiedeva il cessate il fuoco e la fine del regime di Apartheid.
Approfondiremo questi interrogativi nella prossima puntata.
Intanto nella Striscia è in corso uno “scolasticidio”: sono stati ammazzati oltre 4mila studenti, 231 insegnanti e lavoratori della scuola. Le Università di Gaza sono distrutte.
Il bando Maeci è stato pubblicato il 21 novembre e scade il 10 aprile.
Continuiamo a lottare, a estendere, rendere sempre più partecipi e intrecciate le lotte, con la forza delle nostre ragioni approfondite da un dialogo di ricerca continua e dai nostri grandi sentimenti.
Non lasciamo soli i Palestinesi. Fermiamo il genocidio!
Ringraziamo l’Assemblea di Trento in solidarietà alla resistenza palestinese alla quale partecipiamo per i tanti spunti di approfondimento che abbiamo elaborato assieme in un impegno di lotta comune.
Invitiamo tutte e tutti a partecipare all’assemblea che si ritrova ogni lunedì (non questo che viene) a Sociologia a Trento alle 18.00CONTROCULTURA: SPAZIO APERTO BE.BRECHT – TRENTO
Seguendo il suggerimento di un nostro interlocutore abbiamo aperto un canale Telegram! Per dialogare e criticare le nostre proposte di critica alla cultura dominante vi invitiamo a iscrivervi: https://t.me/ControculturaSpazioapertoBBrecht