I PETI DELLE VACCHE

I PETI DELLE VACCHE

DAVVERO IL METEORISMO DI UNA MUCCA È PARAGONABILE ALLA BENZINA DELLE MACCHINE?

SI!

Le quantità di gas serra prodotte dal bestiame sono equivalenti alle emissioni di tutti i trasporti, secondo le stime della Fao. (Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura).
Negli stomaci dei ruminanti vivono alcuni batteri che fermentano i residui della digestione. Il prodotto di scarto di questo loro pasto è un gas serra, il metano, che viene poi liberato da ovini e bovini attraverso rutti e flatulenza.

Dal 1961 al 2010, le emissioni di gas serra dovute al bestiame sono aumentate del 51%.

Attualmente fra le emissioni di gas serra dovute mondialmente al bestiame, il 74% è provocato dagli allevamenti di bovini.

Come se non bastasse, si distruggono migliaia di ettari di foreste per lasciar spazio agli allevamenti intensivi o anche per coltivare palme da olio (usato per molti snack).

La connessa lavorazione industriale di cibi iper-elaborati è un’ulteriore fonte catastrofica di gas serra.

La rivista scientifica The Lancet ha pubblicato un rapporto che impressiona:
se gli occidentali riuscissero entro il 2050 a raddoppiare rispetto ai loro standard i consumi di vegetali e a dimezzare quelli di zuccheri, farine raffinate e carni rosse e trasformate, si frenerebbe il riscaldamento globale e si eviterebbero almeno 11 milioni e mezzo di morti premature all’anno dovute ad abitudini alimentari malsane.

Trasformare il sistema alimentare e quello che mangiamo è una battaglia essenziale alla lotta per un altro mondo possibile.

È necessario un intervento radicale sulla maniera di produrre imposta dalle multinazionali, di un’azione diretta, pubblica e popolare che incida radicalmente sui loro interessi e su quelli dei governi – qualsiasi sia il colore proclamato – che non hanno né programmi né politiche di opposizione alla strapotenza di queste grandi corporation.

È in ballo la sopravvivenza della stragrande maggioranza dell’umanità, ostaggio, vittima e complice per lo più inconsapevolmente (ecco perché facciamo una battaglia per una presa di coscienza) della dissennata e crudele avidità di un pugno di miliardari, carichi di responsabilità quanti sono i loro miliardi.

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