Deliri psicotici, lamette ingerite, suicidi tentati, fiumi di psicofarmaci, acqua non potabile, mancanza di cure, degrado igienico-sanitario, socialità negata. E poi il caldo, che sta colpendo tutto il paese ma nei luoghi di detenzione moltiplica le sofferenze, trasforma le celle in serre e il cibo precotto in poltiglia maleodorante.
“Le persone sono chiuse in gabbie dai sei. Non escono mai. Le finestre sono sbarrate da pannelli di plexiglas che creano un calore soffocante”
“Un signore diabetico vomitava sangue. Non era curato e aveva smesso di mangiare per paura che gli salisse la glicemia. Un altro ragazzo non parla con nessuno , é innavvicinabile, ma urla tutta la notte: come può un paziente psichiatrico in uno stato psicotico così forte essere tenuto lì?”
Questa la situazione attuale nei CPR italiani fotografata da un’inchiesta parlamentare in questi giorni.
CPR: i cosiddetti Centri di permanenza per il rimpatrio dei migranti.
Tutte le istituzioni dello Stato facciano il loro dovere a cominciare dalla magistratura: mettano in galera i responsabili di questo orrore.
Il mancato intervento della magistratura italiana significa complicità con questi crimini che devono essere perseguiti nella Repubblica italiana nata dalla Resistenza, Resistenza che ha liberato da campi consimili chi ne era prigioniero.
Non accetteremo mai la vergogna di un silenzio di massa, anche in pochi non taceremo.
Tutt@ quell@ che hanno a cuore la dignità per tutti gli esseri umani – a partire da quelli che stanno in basso e che patiscono le peggiori ingiustizie – si assumano il dovere di chiamare all’impegno, alla critica dell’ingiustizia e alla lotta comune tutti quelli che conoscono, che incontrano e tutti quelli che tentano di raggiungere proponendo ai silenziosi la parola.