NO ALLA VILTÀ DEL RAZZISMO
Siamo a Civitanova Marche, una cittadina di più di 40.000 abitanti in provincia di Macerata.
Alika Ogorchukwu, 39 anni, è un uomo nigeriano, incensurato, in possesso di permesso di soggiorno, sposato e con un figlio piccolo.
Alika è un venditore ambulante e come tanti venditori ambulanti scendeva spesso sulla costa per cercare di vendere la sua merce o a fare dell’elemosina. Da qualche tempo era costretto ad accompagnarsi con una stampella, conseguenza di un brutto incidente che aveva avuto qualche mese fa.
Alika era piuttosto conosciuto a Civitanova, chi lo conosceva lo descrive come una persona tranquilla, mansueta, alla mano, al massimo un po’ insistente ma non eccessivo nei modi.
“Non mi sembrava il tipo di persona che infastidisce le passanti – dice la ragazza dietro il bancone di un bar poco distante -, al massimo avrà chiesto qualche spicciolo. Veniva spesso qui, non ha mai creato problemi”
Venerdì pomeriggio Alika incrocia Filippo Ferlazzo, 32 anni, italiano, operaio, e la sua compagna nei pressi della stazione. Li ferma, chiede qualche spicciolo, non ottiene niente.
La coppia si separa, Ferlazzo segue Alika per quasi duecento metri, lo ferma sul corso Umberto I, la strada dello shopping, lo picchia brutalmente con la stampella che gli strappa di mano e poi gli schiaccia la testa sul marciapiede ammazzandolo.
Il tutto avviene davanti agli occhi di decine di passanti. Nessuno interviene, molti filmano la scena con il loro smartphone.
Infinita tristezza, orrore e grandissima rabbia.
Memoria per non dimenticare, per denunciare, per intervenire sconfiggendo ogni indifferenza e cioè ogni complicità con la scelta della crudeltà.
Noi proponiamo di non dimenticare per sconfiggere ogni torbida e vile attitudine da mero spettatore di chi guarda attraverso la macchinetta una scena che non si svolge sul telo bianco del cinema, ma nello spazio cittadino e nella carne viva e col sangue di un uomo in una città italiana. E un uomo è un uomo qualunque sia il colore della sua pelle.
Non un “basta”! Non un “vigliacco”! Non un grido con cui superare la comprensibile paura di una violenza feroce, sadica.
Questo è il distillato di un razzismo infame, vigliacco, coltivato in alto e proposto dall’alto.
Un doppio razzismo: quello di razza e quello di censo, quello del colore della pelle e quello della povertà.
Respingiamo l’idea che la povertà o le elemosina siano peccati punibili con la pena di morte.
Appoggiamo la richiesta di giustizia fatta dalla comunità nigeriana, la scelta di una battaglia a cui invitiamo tutte le donne e gli uomini degni che combattono contro la disumanizzazione e il razzismo in tutti i suoi volti.
P.S. Vi proponiamo lucidamente di guardare un film prodotto in Francia e diretto da Tommy Lee Jones, attore e regista statunitense. Il film è intitolato Le tre sepolture (2005).
Sperando in una giustizia giusta per questo ripugnante assassinio di una vittima che emerge come un faro di dignità.