UN GESTO DEGNO DEL PIÙ GRANDE RISPETTO
Fabio Filomeni è soldato italiano incursore dei corpi speciali. È stato nella ex Jugoslavia, in Somalia e in Iraq. Da 3 anni è in pensione, cioè in riserva, con il grado di tenente colonnello, pluridecorato.
Ieri è andato alla Posta nel Comune toscano in cui abita e ha spedito una raccomandata all’Ambasciata Usa di Roma: “Il sottoscritto – scrive – restituisce a Codesta Rappresentanza Diplomatica The Army Achievement Medal, medaglia concessagli in relazione alla propria attività in Bosnia Erzegovina come militare impiegato in un contingente multinazionale della NATO a guida statunitense”
La medaglia gliela diede a Washington nel 1998 l’allora sottosegretario alla Difesa USA, Walker.
La restituisce perché lunedì “l’Assemblea parlamentare della Nato – si legge nella lettera – ha adottato una risoluzione che dichiara la Federazione Russa “uno Stato terrorista” e la “minaccia più diretta per la sicurezza euro-atlantica”, affermazioni che Filomeni ritiene “incoerenti con lo spirito di un’Alleanza difensiva” e “minacciose nei confronti della pace”. La lettera sottolinea che “nessuna iniziativa diplomatica è stata assunta dalla Nato né dall’Unione europea per una concreta ricerca della pace”.
Nel 2020 Filomeni ha denunciato lo “scaricabarile” sull’uranio impoverito dopo una difficile missione in Iraq dove nel 2018 aveva cercato di proteggere i soldati italiani, alloggiati anche in edifici a suo tempo colpiti da proiettili rivestiti da quel materiale.
Il tenente colonnello è molto preoccupato: “Questa è una guerra per procura – dice del conflitto in Ucraina – che ci riporta agli anni 70/80, nessuno cerca una mediazione e questa dichiarazione dell’Assemblea Nato sullo “Stato terrorista” peggiora la situazione, sono le formule che si usavano prima di attaccare gli Stati”.
E l’invasione dell’Ucraina?
“Bisognava pensarci prima, la guerra è iniziata molto tempo fa, anche prima del 2014. Con gli accordi di partenariato e il progetto di dispiegare in Ucraina lo scudo missilistico la Russia si sarebbe trovata la NATO in casa”.
Filomeni parla di “cambio di pelle della NATO” per aver vissuto nelle forze armate “prima e dopo la caduta del Muro” di Berlino: “Se prima la NATO aveva la sua logica difensiva, dopo è diventata molto più aggressiva. Dal 1991 utilizza qualsiasi occasione per l’allargamento a Est. È iniziata proprio in Bosnia….”
Un gesto difficile a cui un evidente nobiltà d’animo non poteva rinunciare.
Un gesto degno del più grande rispetto per la nobiltà d’animo e la coerenza espressa.