L’INGIUSTIZIA SOCIALE, ecco ciò che unisce le “democrazie” formali alle “autocrazie”, quelle dei capitalisti di qualsiasi nazionalità siano.
I dati:
In Italia sono 5,6 milioni gli italiani in povertà assoluta. In 16 anni sono addirittura raddoppiate le famiglie con un livello di spesa insufficiente a una vita accettabile.
Nei primi 9 mesi di quest’anno i salari hanno perso il 6,6% del loro valore reale erosi dall’inflazione.
I lavoratori poveri superano il 13% della forza lavoro.
Poi c’è chi se la spassa: a fine 2021 2 italiani su 10 possedevano più di due terzi della ricchezza nazionale.
L’Italia è l’unico paese dell’Ocse in cui i salari sono diminuiti del 2,9%.
Intanto in Italia i super-ricchi con patrimoni superiori ai 5 milioni (circa 80.000 individui, lo 0,134% degli italiani) possedevano, a fine 2021, una ricchezza equivalente a quella posseduta dal 60% degli italiani più poveri (circa 36 milioni di individui).
E cosa fa il Governo? Abolisce gradualmente il reddito di cittadinanza, taglia i fondi alla sanità e alla scuola per aumentare le spese in armamenti, si oppone all’istituzione di un salario minimo legale, riforma il sistema fiscale per aiutare i ricchi.
A livello globale le fortune dei miliardari crescono alla velocità di 2,7 miliardi di dollari al giorno, mentre per 1,7 miliardi di lavoratori l’inflazione supera l’incremento medio dei salari.
E gli Stati? I tre quarti dei governi pianificano tagli alla spesa pubblica, compresa sanità e istruzione, per 7800 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni.
Perfino per la Banca Mondiale – nota agenzia al servizio degli sfruttati – è in atto il più grande aumento di disuguaglianza e povertà globale dal secondo dopoguerra.
Nel biennio pandemico 2020/2021 l’1% della popolazione dunque ha visto crescere i patrimoni di 26.000 miliardi di dollari, in termini reali, cioè il 63% dell’incremento della ricchezza netta globale, quasi il doppio di ciò che è andato al 99% più povero.
OXFAM (Oxford Committee for Famine Relief) nota associazione sovversiva, dice che un’imposta del 5% sui grandi patrimoni potrebbe generare risorse per affrancare dalla povertà fino a 2 miliardi di persone.
Senza dimenticare le grandi corporation delle armi, della logistica, ecc., (Che non è il caso), nel 2022 le 95 aziende mondiali più grandi dell’energia e dell’ agroalimentare hanno più che raddoppiato i propri profitti rispetto al 2018-2021 versando 257 miliardi di dollari a ricchi azionisti.
Oxfam cita la dinastia Walton, proprietaria di metà Walmart, che ha ricevuto dividendi per 8,5 miliardi di dollari nell’ultimo anno. Oppure il miliardario indiano Gautam Adani, azionista in molte compagnie energetiche, che in sette mesi ha visto la propria ricchezza aumentare di 42 miliardi di dollari. Allo stesso tempo, nel 2021 si stima che siano tra 702 e 828 i milioni di persone che hanno sofferto la fame, quasi 1 persona su 10.
Fra i primi 20 miliardari più ricchi del mondo 14 sono statunitensi, 2 francesi, 2 indiani, 1 canadese, 1 cinese, 1 messicano.
Contro la competizione fra “autocrazie e democrazie”- che è esatto invece definire scontro tra imperi di miliardari – è necessario costruire dal basso una fiera opposizione per una radicale redistribuzione della ricchezza e per un grande movimento popolare contro le guerre dei miliardari, smascherando ogni fascinazione subalterna dei lavoratori, degli sfruttati, dei popoli.
Contro le guerre dei miliardari giustizia sociale, pace, difesa dell’ambiente, un futuro degno perché giusto per tutti i bambini del mondo.
Come al solito i francesi sono un esempio!
Debout les travailleurs, formons nos bataillons!
In piedi lavoratori, formiamo i nostri battaglioni!
Comanda il denaro. I comportamenti dei primi ricadono, a cascata, sul comportamento degli altri. Risaliamoli proporzionando le sanzioni.
Aggiungo l’ultima deriva, profondamente neoliberista, che legalizza e costituzionalizza la concorrenza, le disuguaglianze e le ingiustizie sociali: si scrive Autonomia Differenziata e si legge secessione dei ricchi. In base ad essa saranno possibili contratti, diritti, servizi al ribasso, con cittadini e cittadine di una regione in concorrenza con quelli/e delle altre e con l’aggravarsi di diseguaglianze e ingiustizie già oggi esistenti,
Per immaginare le conseguenze di questa (contro)riforma basti pensare alla sanità già regionalizzata e privatizzata: paghiamo sulla nostra pelle lo smantellamento del servizio sanitario nazionale e un diritto alla salute che dipende da dove abiti e da quanti soldi hai.
Non parliamo della scuola dove ogni regione avrà possibilità di decidere persino sulla finalità dell’istruzione e sul rapporto tra scuola ed impresa, arrivando ad istituirela figura del ricercatore d’impresa. Praticamente aziendalizzazione dei servizi e utilizzo della cosa pubblica a beneficio delle imprese. La potestà di legiferare in autonomia, secondo i principi del neoliberismo sia ben chiaro!, è estesa anche a università e ricerca, beni culturali, ambiente, territorio e infrastrutture, acqua, attività produttive, fisco e finanza.
Si prevede così un aggravarsi di diseguaglianze e ingiustizie già oggi esistenti, tra regioni ricche e regioni povere, una spaccatura tra Nord e Sud sempre più desertificato dal punto di vista produttivo e della popolazione costretta a migrazioni forzate. Un darwinismo sociale applicato su larga nazionale dove le politiche redistributive sono una zavorra e di chi rimane indietro ce ne stracatafottiamo. Formare I nostri battaglioni è indispensabile per impedire tutto questo e per non colludere con la cultura del cinismo.
“Smascherare ogni fascinazione subalterna dei lavoratori, degli sfruttati, dei popoli”.
Mi piacerebbe aprire un dialogo, un confronto su questo punto. È sconcertante constatare in che modo ci autoschiaviziamo accettando e dando per scontate quelle meschine idee e atteggiamenti servirli che ormai, anche se certamente in diverse misure, in molti e molte abbiamo introiettato. Com’è possibile che la rassegnazione e il nichilismo riescano a convincerci che non esista un mondo migliore di questo, dilaniato dall’ingiustizia sociale? Quali strumenti utilizza l’individualismo per farci rivoltare uno contro l’altro, mentre i grandi miliardari si godono lo spettacolo accoccolati sugli spalti di questa arena planetaria? Quale retorica ci ha persuasi che se ci ritroviamo ai gradini più bassi della società è perché ce lo siamo meritato? Come è possibile che l’invidia sociale ci invogli a diventare oppressori e ci faccia dimenticare la dignità del riscatto degli oppressi? Cosa ci guadagniamo dal restare indifferenti agli altri e a noi stessi?
In piedi! Dobbiamo avere l’onestà e il coraggio di riconoscere in noi stessi questi atteggiamenti di complicità con gli sfruttatori. È drammatico essere vittime di ingiustizia, ma è inaccettabile essere i propri stessi carnefici!