UNITI CONTRO L’INVIO DI ARMI CHE SUPPORTANO LE GUERRE COLONIALI DEI MILIARDARI. SOLDIARIETÀ CON IL POPOLO PALESTINESE E CON TUTTI I POPOLI E LE CLASSI OPPRESSE

Israele è una della maggiori potenze militari del mondo: con una spesa di oltre 23 miliardi di dollari all’anno (circa il 5% del proprio Pil) nel 2022 ricopriva la 15esima posizione mondiale.

Il principale fornitore di sistemi militari sono gli Usa, ma i paesi dell’Unione Europea sono al secondo posto.

Per quanto riguarda l’Italia, nel 2003 il governo Berlusconi sigla a Parigi il “Memorandum d’intesa con Israele in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa”. Il Memorandum – approvato dal Parlamento italiano e entrato in vigore nel 2005 – prevede, tra l’altro, l’interscambio di materiali d’armamento tra i due Paesi.

Nel 2012 il governo Monti annuncia il completamento del contratto per la fornitura all’Aeronautica militare israeliana di 30 velivoli d’addestramento M-346 della Alenia-Aermacchi per il valore di 600 milioni. Sono gli aerei su cui si sono esercitati i piloti dei caccia F-16 e F-35 che in questi giorni stanno bombardando Gaza, ma pare che gli aerei Aermacchi siano estremamente versatili e che siano stati utilizzati direttamente anche in queste settimane a Gaza.

Nel 2019 è stato firmato l’accordo per la vendita a Israele di 7 elicotteri d’addestramento avanzato (del gruppo Leonardo) del valore di 350 milioni di dollari e nel 2020 ne sono stati aggiunti altri 5.

L’anno scorso la Rwm Italia ha firmato un “accordo strategico” con una società israeliana per la produzione di quelli che vengono definiti come “Droni kamikaze”.

La legge italiana n.185 del 1990 vieta esplicitamente l’esportazione di materiale d’armamento “verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione ” e “verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani”.

Il “Trattato internazionale sul commercio di armi” ratificato dall’Italia nel 2014 stabilisce fra le altre cose di valutare se le armi convenzionali o gli oggetti militari “possono essere utilizzati per commettere o agevolare una grave violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani”. “Se, dopo aver condotto tale valutazione lo Stato esportatore ritiene che vi sia un forte rischio di ricadere in una delle conseguenze negative previste, lo Stato esportatore non autorizzerà l’esportazione”.

Citiamo tutto questo mentre a Gaza sono stati uccisi 11.255 civili, tra cui 4.630 bambini, 3.130 donne, 682 anziani, mentre 29mila sono i feriti. 3.250 sono dispersi e ritenuti morti sotto le macerie, tra cui 1.700 bambini. In Cisgiordania continuano i feroci assalti dei coloni appoggiati dall’esercito israeliano, i palestinesi uccisi sono 196 e 2.700 feriti. Molte le famiglie vengono cacciate dalle proprie case e contadini dai propri campi.

Nell’ospedale Al Shifa, il più grande di Gaza, ci sono 650 pazienti, di cui 100 tra pazienti in terapia intensiva e neonati prematuri. In questi giorni è stato assediato e bombardato dall’esercito israeliano perché sotto doveva esserci il comando di Hamas.

Non c’era alcun comando di Hamas, nè gli ostaggi israeliani, ma solo feriti, malati, personale medico e molti sfollati.

Secondo quanto riporta il Washington Post gli sfollati sono stati spogliati, ammanettati e bendati e portati in una destinazione non precisata. I soldati israeliani hanno fatto irruzione nell’ospedale sparando in aria e ordinando a tutti i maschi con più di 16 anni di consegnarsi. Il direttore del Pronto Soccorso Zaqout ha riferito anche di non aver visto le forniture mediche che l’esercito israeliano dice di aver fornito all’ospedale, in particolare le incubatrici e il latte per i bambini. Gli stessi funzionari militari israeliani affermano che non ci sono stati scontri militari all’interno dell’ospedale.

Risulta evidente anche ai più sprovveduti che riguardo il ricercato comando di Hamas c’è una bella differenza fra “all’interno” e “nelle vicinanze” dell’ospedale e fra infrastruttura “sotto l’ospedale” e “vasta rete di tunnel a Gaza”. In ogni caso i feroci bombardamenti sull’ospedale sono stati giustificati dicendo che doveva esserci sotto il comando di Hamas.

Siamo di fronte a un evidente crimine di guerra, un esempio fra gli altri.

Lottiamo uniti in basso e poniamo come chiaro obiettivo del movimento contro la guerra e in solidarietà dei popoli oppressi la revoca del memoranudm di cooperazione militare fra il governo italiano e quello israeliano, il blocco di tutte le esportazioni militari e di tutte le collaborazioni accademiche in ambito militare con lo Stato israeliano, contro ogni annientamento dei diritti umani e delle più elementari e necessarie pratiche di pietà e solidarietà per chiunque ne abbia bisogno, qualunque sia la nazionalità o la religione.

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