Lo scorso 25 febbraio la 18enne israeliana Sofia Orr, presentandosi al centro di reclutamento, aveva dichiarato il suo rifiuto del servizio di leva perché «non vuol far parte di un esercito di occupazione del popolo palestinese» nonché responsabile dell’offensiva che sta devastando Gaza.
Da quel giorno è stata detenuta nella prigione Neve Tzedek, all’interno della base militare di Kfar Yona.
Sofia Orr mercoledì scorso ha solo ottenuto un permesso e ha potuto rivedere i genitori e la sorella fra sorrisi, abbracci e qualche lacrima. Oggi Sofia è costretta a tornare in prigione a Kfar Yona e, con ogni probabilità, la detenzione sentenziata a febbraio dal giudice militare sarà estesa. La ragazza si è aggiunta a Tal Mitnik, suo coetaneo, incarcerato per gli stessi motivi alla fine del 2023.
«Ho deciso di rifiutare – ha detto Sofia – molto prima dell’inizio della guerra contro Gaza, ho fatto questa scelta quando avevo 15 anni, perché non voglio partecipare all’occupazione dei palestinesi. Se mi fossi arruolata avrei preso parte a un ciclo di violenza decennale. Non potevo farlo e inoltre devo contribuire a mettere fine all’oppressione. Lo faccio per tutti gli israeliani, anche se solo una esigua minoranza lo comprende, e i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, perché ogni essere umano merita di vivere in dignità e sicurezza».
In una società sempre più militarizzata, che venera i suoi soldati e il servizio di leva, dichiararsi obiettore è considerato un «tradimento» gravissimo. Le conseguenze sono appunto il carcere, non aver accesso a una serie di privilegi previsti e portare per sempre questa «macchia» nel proprio curriculum.
«La società israeliana – ha concluso Sofia – fa di tutto per ignorare l’occupazione e i palestinesi, vive come se non esistessero. Ma l’occupazione non scompare. Resta e continua ad aggravarsi e prima o poi esplode».
Il gesto e le parole coraggiose di questa giovane ragazza sono un esempio di dignità per tutte e tutti. Sono esemplari nella lotta contro ogni guerra di saccheggio e oppressione, macello dei popoli e profitto per i milionari.
Che 10, 100, 1000 scelte come queste fioriscano in tutti i continenti, contro ogni chiamata di complicità con l’ingiustizia, con la guerra che opprime e reprime.
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