CONTRIBUTO AL DIBATTITO PREPARATORIO PER IL PRESIDIO CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA A TRENTO
Vi ringraziamo per la vostra iniziativa assolutamente meritoria.
Aderiamo e partecipiamo al Presidio contro la guerra in Ucraina sabato 19 febbraio ore 17,30 a Trento con cuore grato e ragione critica.
Siamo profondamente contrari alle illusioni che voi illustrate come speranze in un ordine mondiale democratico di cui omettete il gran protagonista, il grande responsabile, il grande capitale. Il post-guerra fredda è divenuto il tempio naturalizzato del grande capitale: nessuna giustizia sociale, oggi 26 individui posseggono la ricchezza di 3,8 miliardi di persone (dati 2019 in peggioramento).
La lotta contro il grande capitale è una struttura fondamentale di ogni seria battaglia per la pace.
Per la pace tra i popoli fondata sull’ universale giustizia sociale.
Contro la pace sociale: il silenzio sofferente degli sfruttati, degli umiliati e offesi sotto il giogo degli sfruttatori e del loro feroce dio, il grande capitale.
Con il vostro testo siamo in completo disaccordo, parteciperemo con entusiasmo al presidio e ricordiamo il testo di un nostro appello che abbiamo lanciato più di sei mesi fa e che alleghiamo ai 2 links qui sotto qui sotto.
http://www.collettivobebrecht.it/…/riproponiamo-una…/
CONTROCULTURA: SPAZIO APERTO BE.BRECHT – TRENTO
Questa è la bozza del testo convocatorio del presidio contro la guerra a Trento a cui abbiamo risposto:
Stiamo precipitando in uno sciagurato scenario di guerra, che in quella parte di mondo continua ad alimentarsi dagli anni novanta e che ora potrebbe trasformarsi in un incendio di portata mondiale.
Sappiamo bene come siano delicati gli equilibri geopolitici planetari, che rendono inimmaginabile l’entrata dell’Ucraina nella NATO o nell’Unione Europea, insopportabile e sciagurata la scalata di Putin e degli oligarchi al vertice della Russia, impossibile da accettare la politica di di allargamento fino ai suoi confini da parte degli Stati Uniti e della Nato. Se continuiamo a perseguire l’arroganza occidentale del presentarsi come il modello ottimale di società e il garante della democrazia nel mondo, continueremo a subire risposte tanto indesiderate quanto giustificate. Questo ci deve interrogare sul fallimento di un ordine mondiale che speravamo democratico e che non si è mai realizzato e se ora giochiamo alla ricerca del responsabile, dobbiamo avere ben chiaro che, come in ogni conflitto, non c’è chi sta dalla parte giusta e chi da quella sbagliata.
La strada per la de-escalation può passare solo attraverso una soluzione diplomatica che escluda forzature e restituisca all’Osce un ruolo più cogente di garanzia, che potrebbe esercitare perché ritenuta più neutrale.
L’unione Europea, descritta da Lucio Caracciolo come un vaso di coccio stretto tra l’avventurismo made in Usa e le politiche criminali di Putin, se ne sta in agghiacciante silenzio e sta fallendo perché, priva di una vera politica estera federale, ha abbandonato gli accordi di Minsk e il suo possibile ruolo di pacificatore.
Tutti noi, che non vogliamo stare zitti, dobbiamo togliere dalla polvere le bandiere di pace, abbandonare il senso di sfiducia che da tempo ci imprigiona, la sensazione che tanto non saremmo comunque ascoltati e che sarebbe impossibile incidere, e gridare tutti assieme il nostro disgusto per la guerra.
Vogliamo diventare un enorme fermento di idee di pace e fare in modo che si avvicini quel tempo in cui i potenti smetteranno di trascinare la gente dentro la follia della guerra.
sottoscrizioni:
Forum trentino per la pace e i diritti umani
CSO Bruno
Sinistra italiana
Andrea Grosselli
Udu Trento Unione degli universitari
Rete degli studenti medi Trento
Atlante delle guerre e dei conflitti
Gruppo Trentino con Mimmo Lucano
UIL Trentino
Centro Pace Ecologia e Diritti Umani di Rovereto
CAVA – Coordinamento Associazioni della Vallagarina per l’Africa
ANPI