Ragazz@ se vi sembra troppo oscuro, troppo complicato, ditecelo che noi siamo decisi a migliorare e apprezziamo enormemente l’aiuto dei suggerimenti che rendono più facile e più chiaro quello che ci sembra utile proporre, se le critiche e i suggerimenti esprimono un desiderio di incontro e di dialogo. Gli insulti li cestiniamo.
Sotto l’attuale dominio del grande capitale, in quello che si definisce il Postmoderno*, la critica culturale, o meglio Controcultura, è un aspetto decisivo della lotta, che trova nel quotidiano – la vita di ogni giorno, ogni giorno di vita – il più quotidiano campo di lotta.
Riteniamo la critica culturale una premessa assai utile, diremmo decisiva, a poter produrre la possibilità di lotte sociali, comprese quelle economiche e salariali in senso lato. Lottare per trasformare e migliorare le condizioni di lavoro, salario, l’istruzione, la sanità, la cura del sociale a cominciare dall’infanzia e dalla vecchiaia, in generale i servizi sociali, per noi pubblici e giusti perché efficaci.
Tutto questo al servizio di quelli che il sistema condanna in basso, all’esclusione. Una politica della mano tesa, la mano di chi galleggiando aggrappato a un legno, tende l’altra mano perché possa aggrapparsi al legno anche chi sta annegando.
Le lotte culturali e sociali sono ancor più necessarie nella situazione attuale, quella che dalla nostra analisi, dai nostri giudizi e dalla nostra pratica riteniamo segnata profondamente dalle omicidiali diseguaglianze sociali, nazionali, continentali, globali.
Ingiustizia sociale che ben si vede dall’impressionante concentrazione della ricchezza nelle mani di pochissimi.
Il famoso esempio per cui 26 persone possiedono la ricchezza di 3,8 miliardi di persone sulla Terra. 26 persone capeggiate da mister Bezos, il cittadino americano Jeff Bezos. Eh si, é proprio un uomo, uno di noi, ha anche un tesserino d’identità.
Errata corrige: pare che sia stato superato da un certo Elon Musk. A quanto pare ci sono 7-8 miliardari che mettono insieme, si stima, 979 miliardi e si contendono il podio. Il che può confondere sul dettaglio gli stilatori di classifiche.
*Postmoderno: (il “post” meramente cronologico non ci convince).
Proviamo a semplificare con quello che opiniamo di aver capito:
l’estetica della merce, la spettacolarizzazione della politica, il consumismo dello stile di vita (nel grande e nel piccolo), la centralità dell’immagine e l’integrazione finale della cultura nella produzione di merci in generale.
Stiamo pensando al “questa è la vita! ”
“Questa è la vita?” Noi accettiamo la seconda domanda, e siamo intenzionati a farla divergente felicemente, traendo dalle nostre scelte il massimo del divertimento e della gioia di vivere.
Controcultura: Spazio aperto Be.Brecht
È appassionante, incoraggiante e mitiga la solitudine dell’epoca che Controcultura: Spazio Aperto Be.Brecht ponga con precisione chirurgica e chiarezza cristallina il punto centrale della Controcultura o critica culturale in una dimensione prassica necessaria in questi tempi bui.
Dimensione prassica che si colloca in una lunga tradizione di controcultura: Socrate, Diogene, Mo – Tzu, Lao –Tzu, il sufismo, Gioacchino da Fiore, Fra Dolcino e Margherita fino ai bohémien, dadaisti, surrealisti, Mao –Tse Tung, Che, la Beat Generation, i punk, gli hacker, gli zapatisti, etc. dove la critica culturale è un aspetto decisivo della lotta, che trova nel quotidiano – la vita di ogni giorno, ogni giorno di vita – il più quotidiano campo di lotta.
E questo Spazio di controcultura non poteva avere santo protettore migliore di Brecht, pensatore della prassi, interessato a “proporre soluzioni a problemi concreti”. Ma le strade che propone non sono massime o insegnamenti, bensì atteggiamenti del pensiero tesi ad ampliare le possibilità di agire. Non si tratta di trasmettere conoscenze o produrre convinzioni, ma di esercitarsi in una modalità critica del pensare che sa lasciarsi spaesare dalle svolte della vita e dalle contraddizioni dell’esperienza.
Obbedendo a chi comanda la cultura diventa ideologia – la controcultura sogno ad occhi aperti, comandare obbedendo.
Divenuta ideologia la cultura si trasforma in televisione mentre la controcultura si fa pratica della mano tesa, la mano di chi galleggiando aggrappato a un legno, tende l’altra mano perché possa aggrapparsi al legno anche chi sta annegando.
Un@ tifos@ militante di Controcultura: Spazio Aperto Be.Brecht