LA GIUSTIZIA SOCIALE COME ASPETTO FONDAMENTALE DELLA BATTAGLIA AMBIENTALE
L’1% della popolazione francese, i più ricchi miliardari, hanno un’impronta carbonica 8 volte superiore a quella della metà più povera della popolazione.
IMPRONTA CARBONICA: Tradotto da noi per quelli come noi, le emissioni di CO2. Possedendo i miliardari jet privati, macchine ed elicotteri l’impronta carbonica incide profondamente.
Infatti i 63 miliardari francesi tramite il loro patrimonio finanziario emettono gas serra quanto il 50% delle famiglie francesi.
Un esempio concreto: tale Monsieur Vincent Bolloré, patrimonio 5,8 miliardi di euro, l’8 agosto scorso è decollato col suo jet privato alle 8 di mattina da Parigi in direzione Palermo. Dalla Sicilia è poi ripartito per Nizza, ha rifatto tappa a Parigi, è ripartito per Tolone ed è rientrato a Parigi in serata, tutto nella stessa giornata.
Tutto questo mentre si sta vivendo in Francia la peggiore siccità di sempre, i pompieri si battono contro gli incendi in Gironda, 10.000 persone vengono sfollate dalle proprie case per gli incendi e il governo francese annuncia un “piano di sobrietà energetica” per l’autunno e per l’inverno.
Ai gestori di campi da golf è stata data una concessione per irrigare parte dei campi anche nelle regioni in emergenza siccità.
Il bilancio di emissioni di CO2 solo degli aerei di 6 miliardari francesi, 520 tonnellate di CO2, (Il solo Francois-Henri Pinault, presidente del gruppo Kering ne ha emesse 248,8) sono l’equivalente delle emissioni di un francese medio in 52 anni
I due jet del gruppo Total, gigante dell’energia, solo a luglio, hanno emesso 133 tonnellate di CO2, 13 anni di emissioni di un francese medio. A fine giugno l’amministratore delegato di Total, tale Monsieur Patrick Poyanné, che si è aumentato lo stipendio del 52% l’anno scorso, aveva firmato un appello per chiedere ai francesi degli sforzi e consumare di meno. Miserabile ipocrita. Nel frattempo la multinazionale ha annunciato 18,4 miliardi di guadagni nei primi 6 mesi del 2022 grazie al caro carburante e il governo ha respinto l’idea di una tassa sui superprofitti.
Senza la lotta per la giustizia sociale la lotta per l’ambiente diventa giardinaggio.
Contro il massacro sociale che ingrassa i grandi capitalisti, milionari e miliardari, massacro che diventa massacro totale di ogni futuro per tutti gli umani, noi pensiamo a quelli come noi che stanno in basso (siamo la stragrande maggioranza), e diciamo: cari cugini francesi, cari fratelli italiani, ci sono tutte le condizioni per fare quello che cantate nella Marsigliese:
Aux armes, citoyens! Formez vos bataillons!
Grazie per aver reso immediatamente comprensibile il nesso tra dramma ambientale e ingiustizia sociale. Sembrerà poco, ma prima non avevo chiara tra le mani questa utile evidenza; uno strumento in più da poter utilizzare nella lotta culturale. HASTA LA CONTROCULTURA!