LOTTIAMO UNITI CONTRO LA TENDENZA ALLA GUERRA GENERALIZZATA

La guerra tra Stati e le guerre di classe, di razza e di sesso hanno sempre accompagnato lo sviluppo del capitale, cioè l’arricchimento dei capitalisti perché sono le condizioni della sua esistenza. La formazione delle classi (dei lavoratori salariati, dei colonizzati, delle donne) implica la violenza culturale, politica, militare e sociale che fonda il dominio e la violenza che lo conserva, stabilizzando e riproducendo i rapporti tra vincitori e i vinti.
Non c’è capitale senza oppressione di classe, di razza e di sesso, e senza Stato che abbia la forza e i mezzi per condurle.
La guerra e le guerre non sono delle realtà esterne ma sono costitutive del rapporto di capitale, anche se da molto tempo sembra che ce ne siamo dimenticati.
Nel capitalismo le guerre non scoppiano perché ci sono gli autocrati brutti e cattivi contro i democratici belli e buoni. Lo scontro avviene fra grandi capitali per l’accaparramento di mercati e risorse strategiche.

Le guerre nell’epoca del capitalismo provocano catastrofi e disseminano la morte in maniera incomparabile con altre epoche storiche.
Ma esiste un momento nella storia del capitalismo, all’inizio del XX secolo, in cui la relazione tra la guerra, lo Stato e il capitale si annoda in tal modo che il suo potere di distruzione, che è una condizione del suo sviluppo (il suo motore, dice Schumpeter definendola “distruzione creativa”), da relativa diventa assoluta. Assoluta perché mette in gioco l’esistenza stessa dell’umanità e le condizioni di vita di molte altre specie: la guerra atomica e la violenza diffusa del riscaldamento globale, della degradazione della biosfera, dell’impoverimento dei suoli, tutti quanti frutti velenosi della maniera di produrre e riprodurre la società dominata dalla logica del profitto privato che consegna enormi ricchezze concentrate in poche mani.

Per la prima volta nella sua storia, la specie umana è in pericolo di estinzione, grazie all’azione di una parte degli uomini: i miliardari di tutto il mondo e gli uomini di Stato, le classi possidenti, ma soprattutto fondamentalmente l’attuale subalternità delle classi sfruttate che non riescono a immaginare una via di uscita, una prospettiva di salvezza generale fondata sulla giustizia sociale.

La spacciata prosperità per tutti si è rapidamente trasformata in una mostruosa concentrazione della ricchezza per pochi (26 miliardari posseggono oggi la ricchezza di 3,8 miliardi di persone sulla Terra), in lotta a morte per l’egemonia economica e l’accesso alle risorse.

Le due minacce (guerra atomica e riscaldamento globale) convivono nell’attuale guerra in Ucraina, un sintomo terribile della tendenza alla guerra generalizzata.

Lottiamo perché lo spavento si traduca in lotta che contrasti la terribile tendenza alla guerra generalizzata, che contrasti la subalternità di noi classi sfruttate alla cultura e al dominio delle grandi ricchezze concentrate sul lavoro salariato e sull’ambiente.
Noi siamo Per qualsiasi sistema garantisca per chi sta in basso, la grande maggioranza, dignità, abitazioni, diete salutari e saporite, sanità e istruzione di qualità, un ambiente sano.
Viva la giustizia sociale ed ambientale!

One Comment

  1. Il dominio dell’uomo sulla natura nasce dal dominio dell’uomo sull’uomo. Massima disuguaglianza e consumo sfrenato del pianeta sono I due pilastri del capitalismo, edulcorati ipocritamente da crescita sostenibile ossia da un riformismo altrettanto ipocrita che descrive la catastrofe e si dimentica di dire chi sono I responsabili. Metto in evidenza tra le ingiustizie sociali quelle legate allo sfruttamento del sud del mondo in quanto questo capitalismo globale ed estrattivista non rapina soltanto le classi più povere dell’occidente ma anche il sud e il non-occidente del mondo: si chiama colonialismo interno ed esterno e lo sviluppo diseguale di aree e territori è elemento centrale e strutturale dell’espansione del capitalismo. Grazie compagni!

    Tiziana Gatto

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