Rapporto annuale 2024 dell’ISTAT (Istituto nazionale di statistica):
• La povertà assoluta ha raggiunto livelli mai visti da 10 anni a questa parte. 5,7 milioni di persone hanno gravissime difficoltà economiche, sociali e personali.
1,3 milioni di minorenni sono in grave deprivazione materiale e sociale. Siamo il paese “sviluppato” col più altro tasso di povertà infantile.
Viste le politiche del governo Meloni (es. abolizione del reddito di cittadinanza) i dati l’anno prossimo saranno ancora peggiori.
• Crescono i lavoratori poveri. Il reddito da lavoro non è più in grado di proteggere le persone e il loro nucleo familiare da un grave disagio economico e sociale. L’incidenza della povertà assoluta tra chi ha un lavoro è aumentata dal 4,9% del 2014 al 7,6% del 2023. È povero il 14% degli operai rispeto al 9% registrato 10 anni fa.
• Aumenta il lavoro part-time involontario, le più colpite sono le donne.
Già nel 2022 era del 57,9% in Italia. In Germania è del 6,1%.
• Aumenta il carovita: I prezzi aumentano molto più dei salari.
Le retribuzioni contrattuali orarie, nel biennio 2021-2023, sono aumentate del 4,7% mentre l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) è aumentato del 17,3%.
• Il governo Meloni è in perfetta continuità con le politiche dei governi italiani degli ultimi 30 anni.
Negli ultimi 30 anni i salari reali in Italia sono rimasti fermi con una crescita simbolica del 1% a fronte di un + 32,5 % registrato in media nell’area OCSE (Europa, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Cile, Giappone, Israele, Messico, Corea)
• Secondo i dati Istat, dal 2010 in poi – anno di inizio delle serie Istat – non era mai stato realizzato un margine di profitto così alto come il +44,8% registrato a fine 2022 da parte delle imprese italiane (i padroni), grazie allo scarso aumento dei salari.
Qualcuno dice che i lavoratori poveri sono diventati i maggiori “filantropi” della nostra società: sopportano le privazioni in modo che l’inflazione non cresca troppo e i profitti delle azioni siano sempre più alti. Essere un lavoratore povero significa essere un donatore anonimo, a favore dei padroni.


Basta con la rassegnata e silenziosa sopportazione.
Siamo noi lavoratrici e lavoratori quelli che producono la ricchezza che va a finire nelle tasche di chi sta in alto, dei ricchi, facendoli più ricchi e facendo noi più poveri.
Il punto è: giustizia sociale e ambientale, redistribuzione in basso della ricchezza, per servizi pubblici degni, salari degni, contro la militarizzazione della società verso una nuova guerra mondiale.
Basta stare in ginocchio e disperati. Formiamo i nostri battaglioni.