A fine giugno il ministro dell’Istruzione Valditara ha lanciato a Milano la Fondazione Scuola per l’Italia, sarà composta da
UNICREDIT, LEONARDO, ENEL, BANCO BPM e AUTOSTRADE.




Ecco i presidi del radicale attacco alla scuola pubblica, un processo di aziendalizzazione e privatizzazione in atto da anni e che sta subendo una violenta accelerazione sotto la spinta dell’attuale governo fascio-neoliberista.
La fondazione ha l’obbiettivo di raccogliere 50 milioni di fondi privati entro il 2029 per “contribuire a supportare il sistema scolastico, rendendolo sempre più competitivo” come ha dichiarato il ministro e per “instaurare un dialogo virtuoso tra aziende e istituti”.
50 milioni sono briciole barattate con qualcosa di molto più pesante: piegare i fondamenti della scuola pubblica (la formazione di coscienza critica, di coscienza storica, di cittadinanza, nella grande tradizione umanistica) alle esigenze delle grandi aziende, una delle quali leader mondiale nella costruzione di armamenti (Leonardo).
Altro che dialogo virtuoso.
Mentre elargiscono briciole di filantropia queste grandi aziende hanno continuato e continuano a fare resistenza contro una tassazione sugli extra-profitti che avrebbe generato ingenti risorse per finanziare realmente la scuola pubblica.




O reagiamo a questo attacco violento o rischiamo di ritrovarci nella scuola del Chile di Pinochet o in quella che lo ha ispirato, il modello americano:
o c’hai i soldi o sei destinato ad essere formato come pura forza lavoro al completo servizio del capitale e ripagare per buona parte della tua vita i debiti contratti per studiare a scuola.




Prepariamoci ad una battaglia di lunga durata, a partire da questo autunno.