

DENUNCIAMO E LOTTIAMO
Nei vari fronti dell’offensiva israeliana in Medio Oriente si intravedono pratiche simili, identiche procedute di sfollamento di diversa grandezza. Cisgiordania, Gaza, Gerusalemme est, Libano: la politica di ingegneria demografica procede con il silenziatore. E un obiettivo che è lo stesso da decenni: massimizzare la popolazione palestinese presente sull’intero territorio in spazi minimi.

A Gaza l’obiettivo è portato avanti con una pulizia etnica che nel nord ha assunto dimensioni apocalittiche, denunciata a più riprese dalle più alte autorità internazionali (l’Onu).
Ieri sono stati uccisi 54 palestinesi, la maggior parte nel nord di Gaza sotto assedio. Di questi, 25 sono morti nel bombardamento di una casa a Beit Lahiya (13 erano bambini), tra le zone più colpite nelle ultime settimane con stragi ancora poco raccontate: i giornalisti non riescono ad accedere alle zone prese di mira, tanto meno i soccorritori.
Ieri nel mirino è tornato l’ospedale Kamal Adwan, nella stessa città, svuotato dei medici con arresti di massa: dopo i colpi di domenica contro il reparto di pediatria, ieri dei quadricotteri hanno sparato sull’ospedale, sotto assedio da giorni.

Nel resto dei Territori occupati la pulizia etnica procede passo passo, demolizione dopo demolizione di case e infrastrutture vitali.
IN CISGIORDANIA ieri si contavano sette palestinesi uccisi da bombardamenti aerei (sempre più frequenti) e invasioni di terra di città e campi profughi.
Nei campi profughi di Tulkarem, l’incursione iniziata ieri mattina ha portato alla distruzione – via bulldozer – di proprietà pubbliche e private (case, strade, reti idriche) mentre i cecchini si posizionavano sui tetti e le forze militari assediavano gli ingressi ai campi Nur al-Shams e Tulkarem, impossibile entrare e uscire. Un negozio è stato dato alle fiamme nel quartiere al-Manshiya, altri sono stati distrutti dai bulldozer militari.

Scene simili a Gerusalemme est, nel quartiere di Silwan, ai piedi della città vecchia e preda da anni di associazioni di coloni e municipalità: sono state demolite ben sette abitazioni nel quartiere di al-Bustan, le strade di accesso sono state distrutte e gli alberi piantati di fronte sradicati. Dall’ottobre 2023, la municipalità ha demolito circa 360 abitazioni.

NELLE STESSE ORE dal Libano giungevano le immagini video dell’esplosione coordinata di alcune palazzine nella cittadina libanese di Meiss al-Jabal: in cima alla collina, sono state polverizzate in pochi secondi. Dai dati raccolti dall’agenzia di stampa di stato libanese, in 13 mesi l’esercito israeliano ha distrutto oltre 40mila unità abitative nel paese dei cedri, per lo più a sud, con picchi a Naqoura e Khiam. Nello stesso periodo, ha ucciso oltre 3mila libanesi e ne ha feriti 13.500.