No, è la destra al Governo italiano ad esserlo.
Una destra che si autodefinisce “sociale” ma che continua a varare riforme antipopopolari inchinandosi alle dottrine neoliberiste dell’Unione Europea.
Una destra che si autoproclama difensore degli “interessi nazionali” ed è la prima a seguire servilmente gli ordini della NATO a guida USA, aumentando i soldi per gli armamenti, spingendo per continuare la guerra in Ucraina, proseguendo sulla strada della Terza guerra mondiale nucleare.
La cultura razzista e antisemita della destra al governo è emersa chiaramente nell’inchiesta di Fanpage.it sull’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, Gioventù Nazionale. Con una giornalista sotto copertura hanno seguito questi giovani tra feste di partito, inaugurazioni di sedi, vacanze comunitarie. E hanno scoperto un’organizzazione di militanti che, lontano dagli sguardi dei giornalisti e delle telecamere, si abbandona a saluti e canti fascisti, apologie del terrorismo nero e addirittura a simbologie naziste.
La Presidente Meloni dichiara: “I sentimenti antisemiti sono incompatibili con Fratelli d’Italia.”
Le risponde il “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini, militante neofascista: “Quanta ipocrisia! Fossero coerenti dovrebbero espellere la metà dei giovani e un terzo degli iscritti. A questo punto fatelo, ma poi togliete la fiamma e vedrete i consensi scendere al 16 per cento.”
Ecco altri esempi di questa cultura, con alcuni eroi civili, padri e maestri celebrati e riconosciuti dalla destra al governo.

Il 29 dicembre scorso, il deputato di Fratelli d’Italia Tommaso Foti (capogruppo alla Camera) ha detto in Parlamento: “Il domani appartiene a noi”.
È il titolo della versione italiana della canzone che, nel musical Cabaret, viene cantata da un nazista e che, nella versione italiana della Compagnia dell’anello, diventa una sorta di inno del Fronte della Gioventù. Uno dei versi di questa canzone (“se uniti noi marcerem/l’usura e il pugno noi vincerem”) identifica, con trasparenti riferimenti simbolici, i due nemici storici del fascismo: gli ebrei e i comunisti.

quando, nel 2012, scompare Pino Rauti, Giorgia Meloni scrive che con lui: “scompare un punto di riferimento assoluto per la destra italiana. Con il suo esempio ha dimostrato che la politica è prima di tutto cultura, un patrimonio di idee aperto al confronto dialettico e intellettuale.”
Fedele a questa linea, oggi Meloni accoglie la figlia Isabella Rauti come sottosegretaria di Crosetto alla Difesa.
Ebbene, quando (nel 1995, a Fiuggi) il deputato di Alleanza Nazionale Enzo Palmesano presentò il suo famoso emendamento in cui il partito finalmente condannava le leggi razziali, Rauti (alla cui corrente pure apparteneva) lo attaccò, definendo quell’emendamento “una carognata”.
In un’intervista del 2023, Palmesano ha detto che “l’MSI (Movimento sociale italiano) non ha mai fatto i conti con l’antisemitismo, né li ha fatti Alleanza Nazionale…. La destra, anche oggi, è rimasta in quel tunnel.”


Del resto, la filosofia di Julius Evola, a cui Rauti si ispirava, aveva sostituito al razzismo biologico del ventennio fascista un “razzismo spiritualista”, per cui gli aggettivi “semita” e “cristiano” definiscono un’unica categoria che ha come caratteristiche comuni mercantilismo, debolezza, femminilità, pietà religiosa, vigliaccheria.
Nello Schema costituzionale per uno Stato dell’Ordine Nuovo di Rauti si legge, tra l’altro:
“in una concezione del mondo veduto come ordine, le differenze razziali hanno una rilevanza positiva. La forma interna della nostra cultura, dall’antichità greco-romana al medioevo germanico è in connessione diretta con la razza ariana.”

Eccolo il punto di riferimento assoluto di Giorgia Meloni

Neppure dal razzismo biologico sono mai state prese le distanze.
Giorgia Meloni e il suo partito inondano il Paese di strade e piazze intitolate al celebratissimo Giorgio Almirante, il quale ha scritto (tra l’altro) che “il razzismo nostro è quello del sangue”; e che “in fatto di razzismo e di antigiudaismo gli italiani non hanno avuto né avranno bisogno di andare a scuola da chicchessia”.






L’ANTISEMITISMO È UN CRIMINE
L’ANTISIONISMO È UN DOVERE
LA COMPLICITÀ CON IL GENOCIDIO IN CORSO È UN’INFAMIA, ANCHE SCEGLIENDO SILENZIO





