

PUNTATA

Nel 1933 con la salita di Hitler al potere in Germania, il più feroce antisemitismo divenne legge, il terrore fu legalizzato e la segregazione iniziò a divenire la norma. La repressione sistematica di ogni degna opposizione al regime diede il via ad una fuga massiccia dai territori del Reich. “Come reagì il sionismo ai crudeli provvedimenti nazisti? Di fatto, anche il movimento sionista riteneva che gli ebrei non dovessero far parte delle società gentili. Ciò spiega perché l’ascesa del nazismo ebbe come risultato un notevole rafforzamento del sionismo tra gli ebrei tedeschi. E spiega anche come un convinto nazista come Adolf Eichmann potesse essere in buoni rapporti con i sionisti, sino al punto di arrivare a definirsi un filosionista, pur restando devoto all’ideologia nazista.” [Yahia F., Relazioni pericolose, pag.41]
Il nazionalsocialismo tedesco aveva eleminato dalla scena e dal dialogo con il potere i rivali del sionismo. L’idea di far emigrare in Palestina i capitalisti ebrei e la popolazione ebraica più giovane non era più un sogno. I primi mattoni per la collaborazione tra sionismo e nazismo furono posti. I sionisti erano gli unici ebrei che potevano confrontarsi apertamente con l’autorità costituita. I segni d’intesa erano apparsi già in precedenza, nella scalata al trono, i seguaci del Führer strizzarono più volte l’occhio alla possibilità di cacciare tutti gli ebrei in Palestina. Gli obiettivi, partiti da presupposti diversi, coincidevano e Hitler con il consueto pragmatismo che lo contraddistinse, rivide pure la sua teoria esposta nel Mein Kampf. Nelle prigioni della Repubblica di Weimar non credeva all’ipotesi che i sionisti riuscissero veramente a costituire uno stato, mentre ora con il timone in mano, date anche le prese di posizione sioniste, intravedeva una congiuntura, una possibilità.




La prima Ha’avarah
Nell’agosto del 1933 la Germania nazista firmò un accordo con l’Agenzia ebraica per la Palestina controllata dai sionisti, la prima Ha’avarah. “Un capitalista ebreo che voleva stabilirsi in Palestina era autorizzato a concludere un contratto con un esportatore tedesco per la spedizione delle merci in quel Paese. Il tedesco veniva pagato sul conto bloccato dell’ebreo emigrante che, al suo arrivo, riceveva dall’Agenzia ebraica la contropartita in denaro palestinese […]. Il giroconto soddisfaceva l’Agenzia ebraica, l’esportatore tedesco e lo stesso emigrante. I prodotti tedeschi inondarono il mercato palestinese.”
[Yahia F., Relazioni pericolose, pag.45. Si veda Hilberg Raul, La distruzione degli ebrei d’Europa, Torino, Einaudi, 1999, pag.137. Per un approfondimento sugli accordi della Ha’avarah si veda Segev Tom, Il settimo milione. Come l’Olocausto ha segnato la storia di Israele, Milano, Arnoldo Mondadori, 2001, pp.15-58]

Nella riunione del 21 agosto 1933 a Praga del XVIII Congresso sionista ci furono parecchie critiche per questo patto, ma non si bloccò un bel nulla, anzi non fu neppure appoggiato il boicottaggio antinazista, controrisposta al boicottaggio del Reich contro tutti gli esercizi commerciali e lavorativi ebraici a partire dal 1° aprile 1933. Il sionismo si discostò completamente e ufficialmente dal boicottaggio internazionale. Come scrisse la Arendt: “Il risultato fu che negli anni ’30, mentre gli ebrei d’America si davano un gran daffare per organizzare il boicottaggio al commercio tedesco, la Palestina, unico paese al mondo, era letteralmente inondata da ogni sorta di prodotti “made in Germany”.”
Per la prima volta il sionismo sacrificò gli interessi delle masse ebraiche sull’altare delle proprie ambizioni politiche, la prima pietra di un terribile modus operandi che continua ancora oggi. I nazisti prendevano così due piccioni con una fava, da un lato contrastavano efficacemente il boicottaggio antinazista, dall’altro incoraggiavano la partenza giudaica dal proprio territorio. Il secondo obiettivo prese il sopravvento e i sionisti furono gli unici ad aiutare il piano nazista.
Il Ministero dell’Interno faceva a gara con quello dell’Economia per sviluppare la Ha’avarah e appoggiare l’Organizzazione sionista.

Negli stessi anni che l’emigrazione in Palestina dalla Germania cresceva insieme agli introiti, furono emanate le atroci Leggi di Norimberga! O avevi sangue germanico o eri un suddito dell’impero! Le razze non si potevano mischiare né in matrimonio né carnalmente.

Nel 1937 il volume degli affari della Ha’avarah raggiunse il suo apice, nonostante le Leggi di Norimberga, “lo strumento legislativo più micidiale di tutta la storia europea”, i privilegi sionisti aumentarono a dismisura, in una parallela opposta e contraria al destino della larga maggioranza della popolazione d’origine ebraica. Himmler e Heydrich permisero ad alcuni sionisti di indossare le uniformi della polizia politica bavarese, Alfred Rosenberg riconosceva pubblicamente i meriti del sionismo. Anche in Polonia e Romania dove soffiava forte il vento razzista, i sionisti si comportarono egualmente, cercando collaborazione, invece di lottare per la libertà e la giustizia degli ebrei repressi e terrorizzati. Lo schema era il medesimo, bisognava far scappare, anche con i metodi più disumani, la maggior parte degli ebrei verso la Palestina.
“Il meccanismo della Ha’avarah continuò a funzionare sino allo scoppio della Seconda Guerra mondiale. Nel periodo in cui fu a pieno regime, il suo giro d’affari ammontò ad un totale di 140 milioni di franchi. […]

Alla fine del 1938 avvenne la celebre notte dei cristalli, che va intimamente collegata all’intensa volontà di umiliare, reprimere e discriminare gli ebrei per indurli a fuggire. Gli accordi nazi-sionisti non bastavano, il ritmo delle emigrazioni era ancora troppo lento. Il permesso ai sionisti di istituire speciali scuole di formazione per preparare gli emigrati (pionieri) alla vita in Palestina non era sufficiente. I convogli illegali, che ormai partivano da molti luoghi europei, non andavano assolutamente ostacolati, ma anzi incentivati, anche se questo voleva dire nella pratica andare contro la volontà del mandatario britannico. La Gestapo sapeva ogni cosa, ma non metteva il becco sulla preparazione dei convogli illegali gestita dai sionisti Pinhas Ginsberg e Max Zimels.
La collaborazione era fattuale anche sulla preparazione dei campi per i giovani pionieri che non avevano mezzi per raggiungere la terra promessa. Subito dopo l’annessione dell’Austria la medesima modalità fu attività nel nuovo territorio del III Reich.
“Questi due emissari [Pinhas Ginsberg e Moshe Bar-Gilad, l’inviato sionista a Vienna] erano rappresentanti ufficiali dell’“Unione degli Insediamenti Collettivi”, l’organismo che, all’interno del movimento sionista, lavorava per la fondazione e il rafforzamento dei kibbutzim. Gli accordi che questi emissari stipularono….
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