

PUNTATA

“Questi due emissari [Pinhas Ginsberg e Moshe Bar-Gilad, l’inviato sionista a Vienna] erano rappresentanti ufficiali dell’“Unione degli Insediamenti Collettivi”, l’organismo che, all’interno del movimento sionista, lavorava per la fondazione e il rafforzamento dei kibbutzim. Questi insediamenti, come ora comincia ad esser noto anche al grande pubblico, sono di carattere paramilitare. Gli accordi che questi emissari stipularono con i loro contatti nella Gestapo e nelle SS, e attraverso i quali la Germania nazista fornì un contributo vitale al rafforzamento della manodopera, alla formazione e conseguentemente all’efficacia militare del sionismo, non erano degli accordi informali. Si trattava al contrario di accordi ufficiali, anche se segreti, stipulati dal governo nazista; un’alleanza di convenienza politica ordinata da Hitler in persona in una sua direttiva politica.”
[Yahia F., Relazioni pericolose, pp.57-58. Si veda Kimche Jon&David, The Secret Roads, pp.17-19 e pag.30]
La mano nazista fu stretta in nome dei comuni interessi. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna erano visti dagli ebrei tedeschi come mete e porti più sicuri dove approdare.

La Kristallnacht (Notte dei cristalli) va precisamente inserita in questo contesto. Questa mossa truce e calcolata, fece aumentare a dismisura la paura e la disperazione, ogni luogo ora appariva migliore, le domande d’emigrazione in Palestina aumentarono in maniera esponenziale. La collaborazione viaggiava ormai a gonfie vele, le disposizioni contenute negli accordi iniziarono ad essere attuate con addirittura “spirito di cooperazione, spintosi fino al cameratismo vero e proprio” [Ibid., pag.60]. Le donazioni al movimento sionista, data la costante preoccupazione dei più, crebbero notevolmente.

Questo stato di cose appena descritto continuò imperterrito e regolare anche nei primi due anni del secondo conflitto bellico mondiale. Soltanto la smania di distruggere il comunismo, attaccando l’URSS nell’estate del 1941, cambiò le carte in tavola. La priorità assoluta nazista divenne il fronte orientale, non c’erano tempo e necessità di continuare gli accordi d’emigrazione. Hitler e le massime autorità dell’impero optarono per virare sui campi di sterminio, la schiavizzazione di massa e la soluzione finale!


“Questa nuova situazione mise i sionisti di fronte ad una scelta difficile. Si poteva dichiarare guerra al nazismo, rinunciare del tutto agli accordi del 1938 e innalzare in tutta Europa la bandiera della rivolta ebraica contro il nazismo. Ciò naturalmente avrebbe comportato la rinuncia una volta per tutte a qualsiasi possibilità di assicurarsi in futuro, nel caso in cui un mutamento della situazione logistica lo avesse permesso, la benché minima emigrazione “legale” dall’Europa in cooperazione con i nazisti. Per i sionisti scegliere la resistenza avrebbe significato anche lanciarsi nella lotta contro l’antisemitismo e l’oppressione in Europa a fianco dei gentili e degli ebrei progressisti o assimilazionisti. Questo avrebbe implicato non solo una seria compromissione delle loro più profonde convinzioni, ma anche, cosa forse ancor più seria, il riconoscimento della sconfitta della loro filosofia.” [Ibid., pp.61-62]
L’alternativa era quella di indietreggiare, prendere atto del cambiamento e stipulare nuovi accordi più limitati. Non dimentichiamoci del successo del Blitzkrieg in Europa e delle previsioni ottimistiche di una sua replica in Unione sovietica. Mantenere aperti dei canali di comunicazione con il Reich ariano pesò maggiormente sulla bilancia rispetto alla morte di moltissimi ebrei. L’ideologia sionista doveva essere salvaguardata. Il movimento sionista seguì a ruota e in coda la strada lastricata d’ossa del nazifascismo. Inutile illudersi a posteriori che i contemporanei non sapevano dove portasse quella via iniziata con il “Giorno del Boicottaggio” contro gli ebrei del 1° aprile 1933.
Non ci possono essere giustificazioni valide, soprattutto dopo l’inizio esplicito del genocidio nella seconda parte del 1941.


“La storia non ricorda alcun proclama del movimento sionista che invitasse alla rivolta contro i nazisti in Europa. Vale la pena chiedersi come mai. Come ha scritto un autore ebreo che ha sollevato la questione:
Perché non ci fu un’autodifesa ebraica organizzata e pronta ad agire? […] C’erano migliaia di soldati ebrei nell’esercito della Repubblica di Polonia. Perché nessuno ha dato loro istruzioni di mettere al sicuro le armi nelle loro case […] in modo che al momento della loro costituzione le organizzazioni ebraiche di combattimento avessero almeno delle armi per affrontare i nazisti?”.
[Yahia F., Relazioni pericolose, pag.65. Si veda Katz Shlomo, “6,000,000 and 5,000,000”, Midstream, n.1, marzo 1964, pp.3-14]

Dopo il bombardamento educativo prolungato, dopo la fabbrica ideologica dell’olocausto, il senso comune non riesce a capacitarsi del perché le vittime si siano trasformate in carnefici. Ma chi sono le vittime dell’olocausto? Più o meno la metà dei….
CONTINUA NELLA PROSSIMA PUNTATA….
