

PUNTATA

La nota Brigata ebraica,
[ Si veda
https://www.lindipendente.online/…/la-storia-oltre-la…/ ]
costituita tra le fila dell’esercito britannico, in primis cercava di trasmettere l’idea di nazione ebraica e di acquisire conoscenze a livello militare per il futuro esercito israeliano. Prima del 1944 la Brigata non mosse un dito, nonostante la necessità alleata di combattere il nazifascismo, l’alto comando di Sua Maestà non fornì ciò che i sionisti richiesero. Perché se erano così volenterosi di colpire il nemico, di riscattare l’orgoglio nazionale, non chiesero allora l’assistenza di cui c’era bisogno agli USA, che disponevano di ben più grandi risorse? Sveliamo il decisivo contributo della Brigata ebraica per la distruzione del Reich: 31 paracadutisti per favorire la fuga, o meglio la migrazione, dei superstiti ebrei in terra santa! [Yahia F., Relazioni pericolose, pag. 84. Si veda Tenenbaum Joseph, Underground, pag.381]

Addirittura in seguito cercarono di manipolare il tutto accusando il governo di Londra di non aver preso in considerazione gli appelli sionisti. C’è solo un piccolo problema, i sionisti rifiutarono più volte la collaborazione britannica, che risultava completamente aperta, perché si impuntavano sul fatto che l’unica destinazione per il salvataggio degli ebrei perseguitati fosse la Palestina! [Yahia F., Relazioni pericolose, pag.85. Si veda Schonfeld Solomon, Lettera al Times, 6 giugno 1961]

In questo modo fu ostacolato il salvataggio di centinaia di migliaia di ebrei. Inoltre, perché non furono attaccati o non furono fatte pressioni sugli Alleati per bombardare le linee ferroviarie che conducevano ai forni crematori? Perché non attaccare i lager? Cercare di fare infiltrare armi nei campi di sterminio? Sabotare in ogni modo possibile la soluzione finale? I leader sionisti nel dopoguerra non riuscirono mai a dare delle risposte convincenti, ma si limitarono al silenzio o a produrre documenti tardivi che non dimostrarono un bel niente. Non si poteva non sapere cosa stesse realmente accadendo già dal 1941, quando le testimonianze iniziarono a fuoriuscire e giungere anche alle orecchie dei sionisti. Le risorse per fare c’erano eccome, l’organizzazione e i contatti in giro per il mondo pure.
Questi ci sembrano elementi utili ad un dibattito aperto, serio sulla questione. Cari lettori cosa ne pensate?

Il primo presidente dello Stato di Israele, Chaim Weizmann, aveva già le idee chiare prima della guerra e le dichiarò durante la convenzione sionista di Londra nell’agosto del 1937. La sopravvivenza degli ebrei era strettamente legata alla loro emigrazione, non era possibile salvarli tutti, ma solo i giovani più forti. L’ossessione per lo Stato in Palestina guidava ciecamente ogni presa di posizione e l’obiettivo finale era predominante su tutto, compreso il salvataggio degli ebrei europei schiacciati dal giogo nazista. I patti collaborazionisti del sionismo con i nazisti non emersero pubblicamente fino al 1953, l’anno del caso Kastner….
CONTINUA NELLA PROSSIMA PUNTATA….