In Inghilterra continuano le violente proteste di uomini bianchi contro gli immigrati guidate dall’estrema destra razzista.

Le radici di questa rabbia sono profonde e toccano le questioni della povertà, del degrado industriale e urbano e della globalizzazione della produzione e della finanza che hanno portato a scartare settori della popolazione come “rifiuti”.

14,3 milioni di persone nel Regno Unito – una su cinque – vivono al di sotto della soglia di povertà, con una su dieci che soffre di “insicurezza alimentare”.

A causa delle privazioni, l’aspettativa di vita si è accorciata di sei mesi e perfino i bambini sono diventati un po’ più bassi rispetto a quelli di altri Paesi a causa di malnutrizione e povertà.

I tagli al welfare hanno spinto sotto la soglia di povertà le famiglie con più di due figli, che si sono viste negate gli assegni sociali. E si potrebbe continuare. A essere demolito è stato in primo luogo il settore pubblico.

Il sistema sanitario è praticamente al collasso: le liste di attesa negli ospedali sono infinite, la gente muore nei pronto soccorso e provare a prenotare una visita con un medico di base equivale a giocare alla lotteria.

Le scuole cadono letteralmente a pezzi sulle teste degli allievi.

Nessuno ripara le strade e a farsi il bagno al mare o al lago si rischia di morire, tanto le acque sono inquinate.

A Londra due milioni di persone vivono in fatiscenti casermoni popolari

La responsabilità di tutto questo è degli immigrati, di chi ha un colore della pelle o una religione diversa, come nella propaganda dell’estrema destra?

Sul piano di realtà evidentemente no.

È il neolibersimo, bellezza.

In un mondo in cui tutti sono stati educati a essere individualmente responsabili per sé stessi, dalla salute all’istruzione, la precedente rete sociale si è disfatta. Sostenuta sia dai conservatori che dai laburisti a partire dagli anni Ottanta, l’economia neoliberale, che consiste nello spogliare i beni pubblici per ottenere profitti privati, è diventata un vangelo.

È contro questa religione e le sue evidenti e nefaste conseguenze che dovrebbero scagliarsi le ire del popolo!

Così come Margaret Thatcher, anche il nuovo Labour di Tony Blair era entusiasta di installare questo ordine politico ed economico. Margaret considerava Tony il suo miglior allievo. La seduzione dell’ordine politico da parte della “riforma” economica neoliberale ha stabilito le condizioni per cui i ricchi sarebbero diventati più ricchi, la classe media sarebbe stata schiacciata e i poveri scartati.

NEGLI ANNI SETTANTA, sotto la signora Thatcher, i giovani neri erano stati pubblicamente identificati dalla stampa e dai politici di destra come la causa del declino economico della Gran Bretagna. L’immigrato (anche se la gioventù nera era in gran parte di origine britannica) era il capro espiatorio. La razza era la lente attraverso la quale leggere la minaccia alla britishness e a un mondo bianco e parrocchiale apparentemente assediato dagli stranieri e dai loro modi poco inglesi (tutto quel curry, reggae e ganja).

Mentre veniva indicato un capro espiatorio in chi non aveva responsabilità per far sfogare la rabbia popolare, il popolo veniva fatto fesso.

TUTTO È DIVENTATO un’opportunità per fare soldi per una piccola minoranza di milionari. L’industria è stata denazionalizzata. L’energia, le ferrovie e l’acqua sono state privatizzate. Se questo significava aumentare gli sprechi e l’inefficienza, allora si poteva ricavare denaro dalla loro riparazione e manutenzione, garantendo al contempo dividendi crescenti per gli azionisti.

Il servizio ferroviario è contemporaneamente il più costoso e il più lento d’Europa. I fiumi e i mari della Gran Bretagna sono inondati di acque reflue non trattate. Le bollette dell’energia sono salite alle stelle e la povertà è pubblicamente evidente nelle migliaia di banche alimentari sparse per il paese, suggerendo una società sull’orlo della disgregazione sociale.

Ma, come disse notoriamente la signora Thatcher, la società non esiste. È solo colpa tua se sei povero, disoccupato e senza sostentamento o aiuto. Oppure la colpa è del più povero di te, mai dei milionari!

L’INSTALLAZIONE dell’individuo egoista come riassunto del soggetto politico moderno non è certo un’esclusiva britannica, ma è maturata nel corso di molti decenni nel mondo anglofono e oggi è diventato un mantra globale.

È su questo piano che si svolge lo scontro culturale decisivo. Noi classi popolari, per sconfiggere l’imbroglio neoliberale che ci hanno rifilato i milionari, abbiamo bisogno di riaffermare una soggettività fatta di singolarità solidali, accomunante nella lotta per una vita degna per tutte e tutti quelli che patiscono in basso.

Infine a tutto questo aggiungiamo i caratteri di uno dei “fari” delle democrazie occidentali, la democrazia inglese:

presenza di una monarchia ereditaria, di una Camera dei Lord non eletta e da una Camera dei Comuni (basta ascoltare il linguaggio: il Re, i Lord, i Comuni, come se fossimo ancora in uno stato medievale) eletta con un sistema non rappresentativo. Questo significa che tutti i governi del Regno Unito sono governi di minoranza in termini di voto popolare.

Anche di questo la colpa ovviamente è dei migranti.

Pure in Italia, noi che stiamo in basso, impariamo da questa storia per rilanciare la giustizia sociale e ambientale.

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