Reagiamo con una guerra contro-culturale ai “disturbi esistenziali”

Circa 10 milioni di italiani hanno vissuto l’esperienza degli attacchi di panico [Dati dall’Associazione liberi dal panico e dall’ansia (Alpa).]. Solitudini. Sofferenze. Depressioni.

Arriva il momento in cui è utile tentare delle considerazioni critiche su “disturbi esistenziali” frutto del vivere sofferente che imputiamo senza dubbi al regime totalitario capitalista in cui ci capita di vivere.

Un mondo nel quale «gran parte delle relazioni quotidiane sono degenerate in squallidi rapporti di scambio tra soggetti di prestazioni».

Lo si sperimenta nella vacuità complice dei discorsi nel frastuono davanti a un bicchiere di vino.

Reagiamo con una guerra contro-culturale che dobbiamo concepire come guerra di lunga durata, capace di produrre frequenti (noi lavoriamo perché siano quotidiani, vi faremo sapere) temporali gioia di vivere.

Guerra di lunga durata capace di produrre solidarietà e vicinanza nella ricerca comune di dignità, giustizia sociale e ambientale e speranza.

Capace di produrre solidarietà e vicinanza nel conflitto con il “così è” della rassegnazione, deprimente.

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