Un magnifico esempio di lotta e di resistenza:


L’occupazione del campus dell’Università dell’Indiana (Stati Uniti).

La lotta comune ci fa tutte sorelle e fratelli, in tutto il mondo, contro oppressori e milionari di qualsiasi bandiera.

Dunn Meadow è un ampio prato nel cuore del campus dell’Università dell’Indiana.

Una norma del 1969 l’ha designato come spazio libero in cui gli studenti possono protestare su qualsiasi argomento: senza autorizzazione, portando cartelli, piantando tende. Nei decenni questa norma ha permesso la costruzione di accampamenti contro la guerra in Vietnam, l’apartheid in Sudafrica, la guerra del Golfo in Iraq.

La settimana scorsa, centinaia di studenti e diversi professori del campus hanno annunciato che avrebbero occupato Dunn Meadow, come loro diritto, in una protesta a oltranza in supporto della causa palestinese. Lo scopo era premere affinché l’università cessi di fare affari con compagnie collegate a Israele – l’obiettivo è soprattutto Crane, base militare e grande azienda locale. Crane (l’azienda) produce congegni militari usati a Gaza. La Naval Surface Warfar Command Center di Crane (la base) è la terza più grande installazione navale del mondo, anche se il mare più vicino è a oltre 1.000 chilometri.

LA NOTTE tra il 24 e il 25 aprile, il rettore Rahul Shrivastav ha riunito un comitato da lui selezionato ad hoc e ha deciso segretamente di alterare la regola del 1969, imponendo che le manifestazioni in Dunn Meadow dovessero avere autorizzazione amministrativa. Una trappola per i dimostranti.

La mattina del 25 aprile, una folla di studenti e diversi professori si è recata a Dunn Meadow ignara del cambio di norma notturno. I manifestanti hanno preso a montare il campo e a protestare. Bandiere, cartelli, striscioni, canti – Bella Ciao, cantata spesso e volentieri, e in italiano! con mille accenti diversi – un cerchio di tende al centro del campo.

POI QUALCUNO ha notato dei cecchini sul tetto di un edificio lì accanto. Cecchini? Nel campus? E poco dopo è arrivata la polizia, chiamata dalla preside o dal rettore.

I manifestanti, confusi e indignati, continuavano a invocare la legge del 1969. Alle 4 del pomeriggio un gruppo di poliziotti in tenuta antisommossa ha attaccato. Li hanno buttati a terra, presi a calci, manganellati, ammanettati con zip ties e caricati su un autobus di IU. Un’ora dopo almeno 30 studenti e professori erano stati arrestati e il campo distrutto. Tutti sono stati rilasciati il giorno dopo con il divieto di entrare nel campus per un anno.

Il giorno dopo, La mattina di venerdì 26 aprile, mentre gli studenti costruivano un nuovo campo a Dunn Meadow, i professori si sono mobilitati a raccogliere e trasportare donazioni, cibo e suppellettili. Le proteste non sarebbero cessate e ora includevano anche molti docenti. Di nuovo cecchini sui tetti, di nuovo paura di un assalto.

Il secondo attacco è arrivato sabato 27 aprile, verso l’una di pomeriggio. Stesse modalità. La presidente l’avrebbe ordinato in base a “notizie certe” della presenza di armi tra i manifestanti. Di nuovo resistenza pacifica, cordone umano intorno alle tende, botte e arresti. Oltre 20 tra studenti e professori sono stati portati alla prigione locale e rilasciati ore dopo. Nessuna arma trovata, naturalmente.

POCHE ORE DOPO, studenti e professori – ormai insieme – hanno rimesso in piedi la tendopoli e ripreso la manifestazione.

Forse la preside e il rettore credevano che l’università si sarebbe messa ad obbedire, ma è accaduto l’esatto opposto. Professori e decani stanno organizzando una serie senza precedenti di proteste contro l’amministrazione, molti si sono uniti ai manifestanti – ora il principale problema pratico è dove mettere tutto il cibo e le suppellettili ricevute in dono solidale.

La mattina del 29 aprile si è tenuta una manifestazione di centinaia di professori, amministratori e dottorandi davanti all’ufficio del rettore, per chiedere le dimissioni di Whitten e Shrivastav. I docenti banditi dal campus hanno partecipato dall’altro lato della strada, col megafono.

Dopo due ore di canti e discorsi, si sono uniti all’accampamento di Dunn Meadow.

ALCUNI GIORNALI inevitabilmente hanno parlato di “scontri violenti tra polizia e manifestanti”, ma la violenza è venuta da una parte sola. Il primo giorno, un manifestante ha morso un poliziotto che lo attaccava – ed è tutto. Neanche le notizie di irruzioni e arresti provenienti dalla Columbia o dalla Ucla, l’1 e il 2 maggio, hanno fatto smobilitare nessuno: i professori preparano workshop di storia, politica, teatro.

Si proiettano film, uno è stato “La battaglia di Algeri”. (Grande Pontecorvo!!!!). Oggi (sabato 4 maggio N.d.r.) ci saranno le cerimonie di laurea, si farà una manifestazione anche lì, silenziosa.

Questi studenti stanno creando una comunità unita e solidale, con legami di collaborazione prima impensabili coi professori. La protesta che Preside e Rettore volevano distruggere, hanno finito per renderla più forte.

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