Volantino dell’assemblea in solidarietà alla resistenza palestinese

Questo è il testo dell’Assemblea di Trento in solidarietà alla resistenza palestinese a cui partecipiamo e che è stato volantinato il 13 dicembre scorso per lo sciopero e la manifestazione contro il genocidio del popolo palestinese.

Con questo volantino si invita anche a partecipare a un presidio lunedì prossimo alle ore 17,00 sotto il Rettorato (via Calepina 14) per dire basta alle collaborazioni con le università israeliane.

Ecco il testo:

Contro il genocidio del popolo palestinese. A fianco della sua indomita resistenza

“Nel momento in cui redigiamo questo testo, Israele ha intimato a 1,1 milione di abitanti di evacuare in 24 ore dal Nord di Gaza e di rifugiarsi verso il Sud. Ogni abitante non evacuato sarà considerato membro di Hamas e passibile di eliminazione da parte delle forze armate israeliane. Oggi, venerdì 13 ottobre 2023, l’umanità ha assistito, per la prima volta nella storia recente, all’annuncio in diretta di un genocidio programmato”.

Così scriveva, il 18 ottobre 2023, la Rete decoloniale dell’Africa del Nord.

Chi conosce la storia e le caratteristiche del sionismo non ha certo aspettato il comitato speciale dell’Onu per definire genocidio il massacro in corso a Gaza. Nel nostro piccolo, lo affermiamo pubblicamente dal novembre 2023.

Ma in Palestina non ci sono solo l’occupazione militare, l’apartheid e la pulizia etnica – giunti oggi alla fase apertamente sterminazionista.

In Palestina c’è anche la Resistenza, un crogiolo di pratiche quotidiane, di gesti ordinari e di azioni armate. Ed è proprio tale intreccio indomito di sumud e di Intifada, di olive raccolte a rischio della vita e di pietre lanciate, di case ricostruite ancora e ancora e di violenza (anche brutale) contro coloni e soldati, a far sì che quello sionista sia l’unico colonialismo d’insediamento rimasto incompiuto.

“Il nostro cammino è sempre stato lastricato di difficoltà, di fatica, la facilità ci è stata rifiutata… quanto sarebbe stretta la vita senza lo spazio della speranza”: questo hanno scritto le animatrici e gli animatori della libreria e casa editrice Samir Mansour a Gaza dopo il bombardamento che l’ha distrutta il 2 ottobre 2024.

La liberazione del popolo palestinese implica lo smantellamento completo del sistema coloniale israeliano, avamposto in Medio Oriente dell’imperialismo occidentale. Questa prospettiva non può che aprire una profonda linea di faglia nelle nostre stesse società. In tal senso, sono più attuali che mai le parole di Ghassan Kanafani, giornalista e portavoce del Fronte popolare di liberazione della Palestina, scritte prima di essere assassinato insieme alla nipote, nel 1972, dai servizi segreti israeliani:

“La causa palestinese non è una causa per i palestinesi soltanto, ma una causa per ogni rivoluzionario, ovunque si trovi; la causa delle masse sfruttate e oppresse della nostra epoca”.

Il movimento internazionale in solidarietà con la resistenza palestinese rimette al centro la fine del colonialismo e dell’imperialismo. Per questo la causa palestinese scalda gli animi dei poveri e dei discriminati nei quartieri popolari, nelle carceri, nelle curve degli stadi. Cuore pulsante di tale movimento – in Italia come in altri Paesi – è la gioventù della diaspora palestinese, la quale, nonostante il linciaggio mediatico e la repressione poliziesca, si schiera con la Resistenza e denuncia il ruolo collaborazionista dell’Autorità Nazionale Palestinese. Se ci sono stati blocchi dei porti, picchetti davanti alle fabbriche di armi, occupazioni e accampamenti nelle università, boicottaggi effettivi di chi fa affari sul genocidio lo si deve anche e soprattutto agli appelli appassionati di questa gioventù.

“Complicità con il genocidio” è una frase enorme, terribile, di cui dovremmo avvertire tutto il peso sulle nostre coscienze.

Se vogliamo davvero spezzare le collaborazioni tra l’Università di Trento e quella di Gerusalemme (parte integrante dell’oppressione e del massacro del popolo palestinese), dobbiamo intensificare gli sforzi, dando alle iniziative maggiore chiarezza, costanza, incisività, pluralità di forme.

Ispirandoci alla forza e al linguaggio della lotta contro l’apertheid in Sudafrica, vorremmo lanciare delle Campagne di sfida contro le istituzioni e le aziende che anche qui in Trentino collaborano con il sistema israeliano. Confrontandoci con chiunque abbia voglia di muoversi seriamente e concretamente in questa direzione.

Basta collaborazioni con le università israeliane

Lunedì 23 dicembre, ore 17,00 presidio sotto il Rettorato (via Calepina 14)

Trento, dicembre 2024

Assemblea di solidarietà con la resistenza palestinese

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